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Beppe Grillo e Virginia Raggi rottamano i 3 feticci del Movimento 5 Stelle

Virginia Raggi

Non tutti i mali vengono per nuocere, possono dire i grillini non abbacinati troppo dalle fumisterie a 5 stelle. Le convulsioni dei pentastellati a Roma e le figure barbine di Virginia Raggi e compagnia grillesca saranno salutari a militanti e simpatizzanti di M5s, non solo nella capitale. Perché? Perché finalmente stanno ruzzolando i tre principali feticci politici del Movimento che erano assurti ad assiomi dogmatici.

Il primo: noi faremo tutto in trasparenza, tutte le decisioni saranno prese on line dalla base, finanche gli assessori – se la memoria non inganna – saranno scelti sul web, chissà se se sulla piattaforma Rousseau o Montesquieu. Questo prevedeva il verbo a 5 stelle. Dopo la riunione di vertice (niente streaming) con il capo politico Beppe Grillo –  che ha silurato Daniele Frongia e Salvatore Romeo dopo l’arresto di Raffaele Marra, commissariando di fatto il sindaco Virginia Raggi – il feticcio della trasparenza e dei cittadini che decidono e’ stato definitivamente rottamato, pur considerando gli interrogativi posti dal notista politico di Formiche.net Francesco Damato sulle modalità di questo commissariamento.

Il secondo feticcio affossato? Quello dei cittadini autosufficienti e onniscienti di amministrazione, economia e politica. Sì i cittadini comuni che potevano finalmente amministrare le città azzerando politici vecchi e nuovi, burocratici, esperti di amministrazione. Peccato che, una volta entrati nelle stanze del potere, i cittadini comuni hanno scoperto che senza tecnici più o meno in buona fede e senza burocrati navigati – magari alla ricerca di nuovi padrini politici e affiliazioni partitiche – non sempre si riescono a governare macchine amministrative complesse senza formare e allevare una vera classe dirigente e politica.

Ma è il terzo feticcio rottamato quello più fragoroso. Dal caso dell’assessore all’Ambiente, Paola Muraro, che si è dimessa dopo un avviso di garanzia, all’arresto di Raffaele Marra, uomo di fiducia del sindaco Raggi, sta ruzzolando del tutto il mito della Onestà, sbandierata in faccia a tutti gli altri politici e agli altri partiti. Beninteso, nessuna presunzione di colpevolezza, anzi. Ma chi semina vento raccoglie tempesta perché snobba quanto diceva Benedetto Croce su onesti e capaci (qui un post memorabile di Michele Magno).

Ma anche questo mito infranto gioverà, forse, al Movimento 5 Stelle: meno anatemi, più fatti; meno facili proclami moralistici e più tosta amministrazione.


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