Commissariare o no la federazione degli statali della Cisl? Su questa decisione le altre federazioni di categoria di cui si compone la confederazione guidata da Anna Maria Furlan si è spaccata. Alla fine comunque il comitato esecutivo della Cisl dà il via libera al commissariamento della Fp Cisl, la categoria del pubblico impiego, per irregolarità nel tesseramento. Ecco tutti i dettagli sulla decisione, sui numeri contestati, sulla spaccatura interna e sulle proteste dei vertici della Funzione pubblica per il commissariamento da parte della confederazione.
CHE COSA E’ EMERSO
Un’indagine interna ha accertato che solo sette federazioni territoriali su 70 sarebbero in regola con il tesseramento; le altre sono sospettate di aver gonfiato i dati.
I NUMERI CONTESTATI
Nel mirino sono finite circa 70mila tessere “fantasma”, sulle 303 mila dichiarate. Un bacino di adesioni che faceva della Fp la seconda categoria della Cisl subito dopo la Fisascat, quella del commercio.
LA DECISIONE
L’esecutivo ha indicato – come commissario per la Funzione pubblica al posto del segretario Giovanni Faverin – Maurizio Petriccioli, attuale segretario confederale della Cisl. A riprova che la mossa è stata decisa e voluta dai vertici della confederazione di via Po.
LA SPACCATURA
La votazione del Comitato esecutivo si è conclusa con 44 sì a favore del commissariamento e 16 contrari. Viene raggiunto dunque il quorum dei due terzi che lo Statuto del sindacato prevede per decisioni di questo genere. A difesa dell’operato della Funzione pubblica si sono mosse, durante la riunione della notte, svariate categorie del sindacato (come Scuola, Trasporti, Postali e Metalmeccanici guidati da Marco Bentivogli) insieme alla rappresentanze territoriali di Friuli, Abruzzo, Molise, Sicilia e Palermo.
LE PROTESTE DI FAVERIN
“Appare evidente l’intento persecutorio nei confronti della Cisl Fp e di propri esponenti di vertice, i quali hanno sempre agito nell’esclusivo interesse della Confederazione e dei suoi iscritti”, dice Giovanni Faverin, segretario generale del comparto prima del commissariamento. La procedura – aggiunge – è “illegittima”. E “sorge il sospetto che sia stata dettata non già da una concreta esigenza di celerità ma dalla volontà di privarci del diritto di difesa”. In merito alle accuse sul tesseramento gonfiato, Faverin parla di “insinuazioni, di contestazioni generiche, pretestuose e destituite di ogni fondamento”.