Quattro giorni per parlare dei “comunismi” sono stati organizzati a Roma, dal 18 al 22 gennaio 2017, in occasione dell’anno del centenario della Rivoluzione d’Ottobre.
La serie di conferenze si è tenuta tra il centro sociale Esc Atelier e la Galleria Nazionale di Arte Moderna e ha visto partecipare molti ospiti italiani e internazionali: Étienne Balibar, Maria Luisa Boccia, Bruno Bosteels, Luciana Castellina, Pierre Dardot, Jodi Dean, Dilar Dirik, Terry Eagleton, Claire Fontaine, Katherine Gibson-Graham, Michael Hardt, Augusto Illuminati, Christian Laval, Christian Marazzi, Giacomo Marramao, Morgane Merteuil, Sandro Mezzadra, Antonio Negri, Brett Neilson, Alexei Penzin, Jacques Rancière, Enzo Traverso, Mario Tronti, Marcel van der Linden, Yanis Varoufakis, Paolo Virno, Wang Hui, Slavoj Zizek.
Il tentativo, si legge nel testo di presentazione del seminario, era “affrontare l’idea del comunismo a partire da una pluralità di approcci disciplinari: il ‘taglio’ di genere sarà trasversale alla ricerca; indubbiamente sarà fondamentale la prospettiva filosofica, ma anche quella della critica dell’economia politica, delle scienze sociali, dell’arte”.
Tra le opinioni esposte durante il seminario, le parole di Luciana Castellina, nella ricostruzione del Manifesto: “Il comunismo storico è cosa finita, bisogna pensare ad altre forme della politica per conseguire l’obiettivo di una società di liberi ed eguali, ma se quella esperienza va considerata chiusa, ciò che invece non può essere archiviata è la storia dei comunisti, cioè di chi in nome della propria visione del mondo ha messo a rischio la vita, il lavoro, gli affetti”.
Da Maria Luisa Boccia, invece, sono state esposte le differenze tra comunismo e femminismo, mentre Toni Negri ha sottolineato, notando una sala gremita e tante persone fuori in attesa di poter entrare, che non tutto è perduto per la sinistra se questa è la partecipazione.
Ecco, allora, le foto di Umberto Pizzi.