Fa il verso a Dario Fo il primo libro di un grillino pentito, come si definisce lui. Antonio Venturino è un ex attore, eletto con il Movimento 5 Stelle al consiglio regionale siciliano, di cui è vice presidente. Dopo qualche mese, però, i continui contrasti con i suoi colleghi di partito, pardon di movimento, lo portano ai ferri corti con lo stesso Grillo. Nel maggio 2013 viene infine espulso dal Movimento, con tanto di post sul blog del comico genovese, “a causa della mancata restituzione delle somme eccedenti i 2500 euro”, come prevede il regolamento pentastellato. Secondo Grillo, Venturino “ha restituito circa 13 mila euro a fronte dei 30 mila dei suoi colleghi e le sue divergenze politiche sono solo una foglia di fico”.
Il consigliere regionale, naturalmente, non la pensa così e ha scritto un libro per raccontare la sua esperienza: “Misteri Buffi. Il Movimento 5 Stelle raccontato dal primo grillino pentito”, scritto insieme al giornalista Concetto Prestifilippo, edito da Payback. “Me ne sono andato per due motivi”, racconta Venturino, “innanzitutto la totale mancanza di democrazia interna: lì dentro conta solo uno col suo gruppetto di fedelissimi, avviene a livello nazionale e pure in periferia. Poi – continua – c’è una totale mancanza di strategia: improvvisano giorno per giorno senza un orizzonte, lasciando molto al caso. L’incompetenza nel Movimento viaggia incontrastata”.
L’esempio di Roma, per Venturino, è significativo. “Forse non volevano davvero vincere, ma hanno vinto, perché la gente è esasperata. Ma Virginia Raggi si sta dimostrando completamente impreparata e inadatta a governare la Capitale d’Italia. Forse in un piccolo comune ce la possono anche fare, ma non a Roma e nemmeno a Palermo”, dice l’ex grillino. In Sicilia, infatti, si va verso scadenze elettorali importanti: nel 2017 si vota sia per la Regione, dove governatore è Rosario Crocetta, che per il Comune di Palermo, dove si ricandida l’attuale sindaco Leoluca Orlando. “Il Movimento nell’isola viaggia su percentuali bulgare, il 38%: se si votasse domani vincerebbero loro e per l’isola sarebbero guai, gli stessi di Roma”, sostiene Venturino. Che racconta come l’esplosione dei 5 Stelle in Sicilia sia avvenuta con la traversata a nuoto di Beppe Grillo. “La gente era come impazzita, Messina era in festa con tutte le persone per strada”. Ma cosa è rimasto di tutto ciò? “Ricordo le prime riunioni dopo l’ingresso a Palazzo dei Normanni: si accampavano tutti nel mio ufficio senza sapere che pesci pigliare, non ce n’era uno in grado di leggere una delibera. La situazione è migliorata di poco”, racconta Venturino.
Il quale poi rivela pulsioni destrorse all’interno del Movimento. “Tra di loro si annidano silenziose avanguardie reazionarie. Non dimentichiamo le aperture concesse da Grillo a Casa Pound. Le frange più oltranziste della destra italiana sembrano aver trovato rifugio tra le stelle del Movimento. Per citare Pasolini, io so ma non ho le prove. So che dietro le quinte di questo crescente e apparentemente inarrestabile fenomeno si celano influenze inconfessabili”, racconta l’ex grillino nel suo volume.
Venturino poi svela altri retroscena. “Mi ha molto inquietato l’episodio dell’arrivo del politologo legato al governo americano Edward Luttwak a Bagheria nel corso della campagna elettorale per le amministrative. Il risultato, stranamente, è stato uno straordinario successo del candidato M5S. Da allora, inspiegabilmente, il Movimento di Grillo non ha mai più fatto alcun riferimento al Muos di Niscemi (il sistema Usa di comunicazione satellitare che ha sede nel paese in provincia di Caltanissetta, ndr)”.
Il problema principale, secondo Venturino, resta però la mancanza di democrazia interna. “Qualsiasi voce critica e che si discosta minimamente da quella del leader viene prima blandìta e poi espulsa. Il caso Pizzarotti insegna. Il Movimento non premia la competenza o il merito, ma solo chi è più fedele alla linea dei capi, chi non disturba il manovratore”.