Signora Presidente, Colleghe, Colleghi,
nell’ambito delle scelte personali libere che il nostro movimento ha scelto e riconosciuto, com’è naturale su questioni di questo tipo, voterò a favore della legge.
Ne vedo i limiti, le ambiguità, le zone grigie, che certamente – a questo punto – solleveranno conflitti e ricorsi presso la Corte Costituzionale e le Corti europee. Ne vedo l’appesantimento burocratico, inserito per dissuadere e scoraggiare. Ne vedo anche la sorte incerta, al Senato, quando la legislatura si avvia alla fine.
Ma voterò comunque a favore perché – dal mio punto di vista liberale – credo che in fondo la domanda a cui ogni parlamentare debba rispondere dinanzi a ogni provvedimento (qualunque legge: economica o attinente alle scelte personali) sia: questa legge allarga o restringe la sfera della decisione individuale e privata? O invece allarga la sfera della decisione pubblica e collettiva?
Io, su tutto, milito nel primo campo. Credo che debba essere difesa e se possibile estesa l’area della decisione del singolo, non quella dello stato. Sempre. E credo (da Locke a John Stuart Mill a Tocqueville c’è qualche secolo di elaborazione su questo punto) che lo stato debba riconoscere gli orientamenti personali, le libertà che pre-esistono, e non pensare (come in uno stato etico) di scegliere un solo orientamento morale e imporlo obbligatoriamente a tutti per legge.
Questa legge, pur nei suoi troppi limiti, non impone niente a nessuno. Consentirà a me di prendere una decisione su me stesso. Per questo voterò a favore. Grazie.