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Ecco perché il Movimento 5 Stelle affosserà la fusione Anas-Ferrovie

Meno aeroporti fantasma, più trasporti su ferro e un riassetto generale della mobilità urbana. In mezzo, una fusione Anas-Fs da rivedere perché troppo opaca e un disastro Alitalia con dei colpevoli da trovare e, possibilmente, da denunciare. C’è tanta carne al fuoco nel programma del M5S sui trasporti (qui un primo focus di Formiche.net  e qui il programma completo), presentato ieri pomeriggio alla Camera da Roberto Fico (nella foto), presidente della Vigilanza Rai e da una pattuglia di deputati e senatori pentastellati, tra cui Arianna Spessotto (Trasporti) e Michele Dell’Orco. Dopo esteri e lavoro il capitolo, arriva dunque il capitolo trasporti in vista delle elezioni del 2018, frutto della consultazione popolare lanciata sul web con la piattaforma Rousseau.

ITALIA PATRIA DEGLI AEROPORTI

Il primo problema dell’Italia dei trasporti sono gli scali aeroportuali. Che sono troppi e spesso poco efficienti, secondo i pentastellati. In altre parole, ha spiegato la grillina Spessotto, costano più di quello che servono visto che la spesa per mantenerli è superiore ai passeggeri che vi transitano. Un esempio portato all’attenzione dei cronisti, l’aeroporto di Aosta, che costa ai contribuenti servendo a poco o nulla visto che “vi decollano un pugno di aerei al giorno”. In Italia “ci sono 99 aeroporti aperti al traffico civile (di cui 43 al traffico commerciale e 56 al traffico di aviazione generale)”, ha ricordato la parlamentare grillina, ma “la pianificazione infrastrutturale è stata dettata più da logiche politico-clientelari e localistiche che da reali interessi nazionali e di soddisfazione dei bacini d’utenza. Questo ha portato a una vera e propria duplicazione di aeroporti, molti dei quali vicini fra di loro, in un assurdo gioco competitivo fra territori”. Di qui la proposta di un taglio secco agli scali, chiudendo immediatamente quelli fantasma, senza decolli né atterraggi sufficienti.

PIU’ FERRO, MENO GOMMA

Poi ci sarebbe da fare la cura del ferro, tanto per citare un’espressione cara al ministro dei Trasporti Graziano Delrio. A parole sembra facile, aumentare la quota di merci trasportata sui treni a discapito di quelle che viaggiano su tir e bisarche, un po’ come fatto dalla Spagna. “In Italia oltre l’80% delle merci viaggia su gomma e solo il 5-6% su ferro. In Francia e Germania la percentuale delle merci trasportate su rotaia arriva fino al 23,4%, in Svizzera addirittura al 50%. Il trasporto su gomma inquina e aumenta i consumi energetici, il traffico e gli incidenti stradali”, ha evidenziato il senatore M5S Andrea Cioffi. Il problema qui sta nella politica del governo, basata sugli incentivi fiscali: meno tasse per chi sceglie il binario invece dell’autostrada. Ma non basta. Bisogna lavorare sull’infrastruttura. E dunque, “potenziare i nodi logistici e delle infrastrutture ferroviarie, sui collegamenti ferroviari tra le città e sugli assi ferroviari, minimizzando il consumo di suolo”.

ANAS DENTRO FS? NON CONVINCE

Al cronista di Formiche.net che ha fatto notare come nel riassetto del comparto possa giocare una partita decisiva l’ingresso di Anas in Ferrovie, recentemente confermata dal governo, il Movimento 5 Stelle, per bocca del deputato Michele Dell’Orco, ha risposto in modo chiaro: “E’ un’operazione ancora opaca. Anas non può portare i suoi problemi dentro Fs, chi fa strade è giusto che rimanga a fare strade, chi fa ferrovie continui a farle”. Alle parole di Dell’Orco hanno fatto eco quelle di Cioffi. “Bisogna capirne lo scopo. Mettere Anas in Fs e poi privatizzare il tutto non è una grande idea”.

TPL, PURCHE’ SIA PUBBLICO

Ancora, il trasporto urbano. Che per il M5S deve rigorosamente rimanere in mano pubblica: “Vogliamo dimezzare entro il 2020 il numero di vittime della strada – ha precisato Dell’Orco – sappiamo che non è facile, ma possiamo farlo con le nostre proposte”. Ma come fare? “Ridurre il numero di auto private e incrementare il tpl è tra i nostri obiettivi. I nostri iscritti lo hanno espresso con voti chiari: bisogna incrementare l’offerta di trasporto pubblico inclusi car sharing e pooling”. Insomma, meno auto (private) più mezzi pubblici: “In Italia ogni 100 abitanti ci sono 61 automobili. La media in Europa è di 48. Questo ha conseguenze sulla salute dei cittadini e sulla sicurezza stradale: è necessario investire sul trasporto amico del clima, come le biciclette e le ferrovie. Lo Stato deve sostenere gli sforzi degli enti locali che vogliono puntare sulla mobilità dolce e investire di più nel trasporto pubblico e meno nelle grandi e inutili opere”.

QUEL GRANDE FALLIMENTO DI ALITALIA (E DI RENZI)

L’occasione di Montecitorio non poteva non essere ghiotta per portare i grillini sulla questione Alitalia. Stavolta è toccato a Fico lanciare la bordata. “E’ il grande fallimento di due  governi, quello di Berlusconi e il governo Renzi, il quale diceva che  Alitalia sarebbe decollata dopo l’accordo con Etihad e invece è successo esattamente il contrario: i soliti manager che vanno a  ricoprire poltrone importanti fanno fallire le aziende e poi se ne  vanno magari con bonus milionari”. Per il capo della vigilanza Rai, c’è una sola strada, quella del rilancio della compagnia, senza svendite di sorta. “Noi vogliamo un piano industriale serio, che metta al centro i lavoratori che con coraggio hanno votato no a  quel piano industriale scellerato e far sì che ci siano nuove rotte ma anche rotte cargo”.  Ma qualcuno però dovrà pur pagare, oppure no? Per Dell’Orco, senza ombra di dubbio. “Su Alitalia occorre denunciare la vecchia dirigenza che ha sperperato denaro pubblico”.


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