Legislazione inadeguata, vincoli e ritardi normativi frenano l’economia circolare nel settore dei rifiuti. Sono questi i temi affrontati nella prima giornata dell’EcoForum sui Rifiuti (Roma 20 – 22 giugno), organizzato da Legambiente e giunto alla IV edizione.
La prospettiva dell’economia circolare rappresenta, oggi, una grande opportunità per il nostro Paese in termini di sviluppo occupazionale ed economico e per la risoluzione di annosi problemi quali la reperibilità delle materie prime e dell’efficienza energetica.
Sono state presentate alcune delle migliori esperienze italiane in tema di economia circolare ma anche di quelli che sono stati definiti “ostacoli non tecnologici” che occorre superare per poter sfruttare appieno le opportunità offerte da questo nuovo tipo di scenario economico. Si stima, infatti, che “una transizione completa a un’economia circolare in Europa potrebbe generare risparmi per circa 2 miliardi di euro entro il 2030; un aumento del 7% del PIL dell’Unione Europea, con un aumento dell’11% del potere d’acquisto delle famiglie e 3 milioni di nuovi posti di lavoro”.
“Seppure da Nord a Sud sono ormai numerose le esperienze di successo praticate da società pubbliche e imprese private che fanno del nostro Paese la culla della nascente economia circolare europea, ha detto Stefano Ciafani (nella foto), Direttore Generale di Legambiente aprendo i lavori, questa prospettiva continua a trovare ostacoli e barriere dovuti a legislazione inadeguata e contraddittoria. Il bando dei sacchetti di plastica non compostabili, le norme sulle materie prime seconde, la semplificazione delle procedure autorizzative per promuovere l’utilizzo del materiale differenziato da avviare a riciclo continuano ad avere problemi”.
Al di là delle esperienze positive che hanno portato l’Italia ai primi posti in Europa per il riciclo dei rifiuti, come ad esempio quello relativo agli imballaggi che dal 1998 al 2016 il CONAI ha avviato a recupero 142 milioni di tonnellate, sono state presentate quelle che sono state definite “storie di sviluppo mancato” e che riguardano i sacchetti compostabili, il polverino di gomma da pneumatici fuori uso, i pannolini, i rifiuti da costruzione e demolizione.
Particolarmente emblematico il caso dei Prodotti Assorbenti per la Persona (PAP): pannolini, pannoloni, assorbenti femminili, ecc. Nel mondo ne finiscono in discarica circa 30 milioni di tonnellate l’anno. In Europa 8 milioni e mezzo; in Italia 900 mila tonnellate. In Italia 11 milioni di persone usufruiscono già di un servizio di raccolta dedicato per i PAP. Il potenziale socio-economico del comparto è stimato in mille nuovi posti di lavoro, investimenti potenziali per oltre 300 milioni di euro per la realizzazione di nuovi impianti e un giro d’affari di oltre un miliardo di euro l’anno. Le Regioni non danno le necessarie autorizzazioni in mancanza di una normativa nazionale al riguardo.
Altro caso il polverino di gomma proveniente dal trattamento di Pneumatici Fuori Uso (PFU) negli asfalti. Ogni anno in Italia si producono circa 350 mila tonnellate di PFU. Nonostante gli asfalti modificati con polverino di gomma siano ormai usati con successo da oltre quarant’anni, il suo utilizzo è frenato a causa della mancanza nei capitolati d’appalto di criteri tecnici adeguati a distinguere un rifiuto da una materia prima seconda. Utilizzando invece questo derivato fino a raddoppiarne la quantità nel 2020, si potrebbero riasfaltare 26 mila km di strade, con un taglio alle emissioni di CO2 pari a circa 225 mila tonnellate.
L’EcoForum si chiuderà giovedi 22 giugno con le premiazioni dei Comuni Ricicloni, quei Comuni che si sono distinti per aver raggiunto obiettivi significativi nella raccolta differenziata. Alla premiazione, oltre alla Presidente di Legambiente Rossella Muroni, interverrà il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti.