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Ecco il piano di Parisi e Sacconi (Energie per l’Italia) per i liberi professionisti

Stop al lavoro sottopagato, è ora che le professioni si riprendano la propria dignità. E’ ufficialmente approdato alla commissione Lavoro del Senato il disegno di legge sull’equo compenso (qui il documento) per le prestazioni effettuate da professionisti iscritti a un ordine. L’iniziativa legislativa, che miraa a garantire maggiori tutele ai professionisti liberi o meno, porta la firma di Maurizio Sacconi, presidente della commissione Lavoro, che l’ha presentata questa mattina insieme al leader di Energie per l’Italia (cui Sacconi ha aderito), Stefano Parisi, presso gli uffici della commissione. Il Ddl fa il paio con un altro testo in corso d’esame alla Camera, relativo ai compensi per gli avvocati.

BASTA LAVORARE GRATIS

Il Ddl firmato Energie per l’Italia per le professioni, stringato in quattro articoli, mira a riequilibrare il rapporto tra committente e professionista, troppo spesso costretto ad accettare retribuzioni al ribasso, quando non gratuite. “Negli anni”, si legge nella relazione illustrativa che accompagna il Ddl, “si è scatenata una sfrenata concorrenza cui concorrono anche le gare al ribasso delle amministrazioni pubbliche, che conduce i soggetti più deboli ad accettare remunerazioni sottocosto, con l’inevitabile dequalificazione delle prestazioni”. E tra i soggetti deboli “c’è anche il professionista”. Di qui la necessità di “informare” il libero mercato “circa i costi corrispondenti alle buone prestazioni”. In questo senso Sacconi ha ricordato il caso del bando dello scorso anno per l’ufficio stampa al Ministero dell’Interno, senza retribuzione.

COSA PREVEDE IL DDL

Nel dettaglio, l’articolo 1 definisce le finalità del provvedimento sulle professioni. Ovvero stabilire che “per equo compenso si intende un compenso proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, tenendo conto anche della natura, del contenuto e delle caratteristiche della prestazione professionale”. Ancora, all’articolo 2 è prevista la nullità di ogni “clausola, o patto che determina un eccessivo squilibrio contrattuale tra le parti” a favore del cliente che ricorre ai servizi del professionista, “prevedendo un compenso non equo”, mentre l’articolo 3 dà una stretta ai contenziosi che possono sorgere tra professionista e committente.

COLPA DI BERSANI?

Sacconi ha poi individuato la matrice di tale squilibrio nelle professioni: la concorrenza, anzi, un uso distorto della stessa. “In Italia”, si legge ancora nel preambolo, “vi sono decisori che sono repentinamente transitati dalle ideologie ostili al mercato ad una interpretazione sregolata dalla concorrenza. In questo contesto sono maturate le cosiddette lenzuolate dell’allora ministro Bersani (2007), primo atto di un percorso di deregolazione tariffaria”.

ABOLIRE LO STATUTO DEI LAVORATORI

Parisi ha poi rilanciato un suo cavallo di battaglia, cioè il superamento dello Statuto dei lavoratori. “Serve uno statuto dei lavori come voleva Marco Biagi. Servono garanzie minime sia per chi è dipendente, sia per chi è autonomo. Bisogna ridurre il peso dei contratti nazionali e fare in modo che la contrattazione si svolga a livello individuale e aziendale”.



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