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Ecco le ultime puntate della telenovela a 5 stelle su Virginia Raggi

Raggi

È in preparazione, con la regia di Walter Veltroni, una nuova versione di un film sulla Legione straniera. Invece che in un fortilizio sperduto nel deserto del Sahara la storia si svolgerà in un ambiente più ristretto: la Sala capitolina in cui Virginia Raggi riunisce la Giunta.

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Non c’è verso. Ogni volta che la sindaca di Roma convoca la Giunta le riunioni cominciano sempre con forte ritardo. Gli assessori – che non conoscono la città e restano in carica troppo poco tempo per capire almeno come si entra in Campidoglio – si perdono per strada. E devono andare a recuperarli i vigili urbani che, per questo motivo, hanno chiesto di percepire un’indennità: la stessa che incassano quando vanno alla ricerca di cani perduti senza collare né tatuaggio nell’orecchio.

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Tutti si aspettavano di veder apparire su twitter l’hashtag #Paolostaisereno ad annunciare la prossima caduta del Governo del conte Gentiloni Silverj. Invece sarà il presidente del Consiglio a twittare tra poco #Matteostaisereno. È la solita storia del proverbio “Chi la fa, l’aspetti”.

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“A mio avviso sarebbe un grave errore politico, oltre ad avere conseguenze economiche negative. Abbiamo appena introdotto l’Ape sociale e Ape volontaria. Se ci sono da fare integrazioni sulle categorie dei lavori usuranti, parliamone, è giustissimo. Ma mettere in discussione il meccanismo di adeguamento alle speranze di vita, che peraltro crescono più lentamente del previsto, significa scassare il sistema. Il contributivo si regge su calcoli attuariali, sennò non lo è”. È questo un brano tratto da un’intervista al Corriere della Sera del vice ministro dell’Economia, Enrico Morando. A Cesare Damiano e Maurizio Sacconi sono fischiate le orecchie.


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