L’incrocio tra la scadenza degli incarichi di tutte le forze armate, le forze di polizia e l’intelligence e le elezioni politiche della prossima primavera ha messo in fibrillazione gli apparati da mesi e sta costringendo la politica a interrogarsi su quale sia la strada migliore e più corretta da seguire: decide il governo Gentiloni o il prossimo? Posta così la domanda non è proprio corretta perché non tutte le scadenze sono uguali: cambiano i giorni, le età dei vertici e certi incastri. Ci sono inoltre interpretazioni opposte sulle norme che riguardano i servizi segreti che complicano ulteriormente il quadro. Un’ipotesi è che nelle prossime settimane il governo possa procedere a tutte le nomine che naturalmente diventeranno operative al momento delle singole scadenze. Vediamo in dettaglio.
Carabinieri ed Esercito
Cominciamo dalle certezze. Il comandante dei Carabinieri, generale Tullio Del Sette, 66 anni, scadrà il 15 gennaio prossimo; il capo di Stato maggiore dell’Esercito, generale Danilo Errico, 64 anni, scadrà il 25 gennaio. Entrambi hanno goduto della proroga di un anno decisa nel gennaio scorso dal Consiglio dei ministri applicando di fatto quanto prevede il Libro bianco della Difesa (in discussione in Parlamento) sul mandato triennale per i vertici delle Forze armate, triennio che quindi dovrebbe essere concesso a chi arriverà. Dunque, Del Sette ed Errico non saranno prorogati e perciò il rinnovo dev’essere deciso dall’attuale governo. I generali candidati alla successione di Del Sette sono quattro e noti da tempo: Vincenzo Coppola, 63 anni, vicecomandante dell’Arma; Riccardo Amato, 62 anni, comandante del comando interregionale Pastrengo di Milano; Ilio Ciceri, 62 anni a dicembre, che guida il comando interregionale Podgora di Roma; Giovanni Nistri, 61 anni, al vertice del comando interregionale Ogaden di Napoli. Amato e Ciceri hanno più chance degli altri.
I candidati a succedere a Errico sarebbero tre: Salvatore Farina, 60 anni a novembre, alla guida del Joint Force Command della Nato a Brunssum, in Olanda; Paolo Serra, 61 anni, Senior Security Advisor della missione Onu in Libia e braccio destro dell’inviato delle Nazioni Unite, Ghassan Salamé; Claudio Mora, 61 anni, sottocapo di Stato maggiore dell’Esercito.
Aeronautica e Stato maggiore Difesa
Qui l’incastro è complicato. Il generale Enzo Vecciarelli, 60 anni, capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, scadrà nel prossimo marzo, ma è il naturale successore di Claudio Graziano al vertice dello Stato maggiore della Difesa. Naturale perché, dopo la decisione del ministro Roberta Pinotti nel dicembre 2014 di scegliere il generale Graziano interrompendo la tradizionale rotazione e “saltando” così l’Aeronautica che ambiva con Pasquale Preziosa, oggi l’Arma azzurra ha “diritto” di essere scelta. Ma è il ruolo di Graziano che non aiuta: sconfitto nell’elezione di presidente del comitato militare della Nato, potrebbe provare con quella per l’analogo ruolo all’Ue nel prossimo novembre, anche se le possibilità sembrano remote. Proprio per consentirgli di essere in servizio fino al momento dell’eventuale assunzione dell’incarico internazionale, il generale era stato prorogato fino a novembre 2018: come si fa con Vecciarelli che scadrà prima? La soluzione più giusta sarebbe prorogarlo fino alla fine del 2018 per poi nominarlo al vertice di Smd. E’ vero che la tendenza sta nell’evitare proroghe, ma se Vecciarelli dovesse essere sostituito il successore farebbe un doppio salto in meno di un anno, forse troppo. E’ possibile che dovranno attendere coloro che vogliono prenderne il posto, come Roberto Nordio, 59 anni, sottocapo di Stato maggiore della Difesa, e Settimo Caputo, 61 anni, sottocapo di Stato maggiore dell’Aeronautica.
Marina
L’ammiraglio Valter Girardelli scadrà a giugno come capo di Stato maggiore della Marina e un mese dopo, a 63 anni, andrà in pensione. Tra i candidati spicca l’attuale comandante del Coi, il Comando di vertice interforze da cui dipendono le missioni, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, 61 anni. Con lui anche Paolo Treu, 59 anni, sottocapo di Stato maggiore della Marina.
Polizia e Aisi
La decisione di Matteo Renzi di limitare a due gli anni anche per i vertici dell’intelligence e della Ps in quel Consiglio dei ministri dell’aprile 2016 fa sì che ad aprile scadranno i mandati dei prefetti Franco Gabrielli, 57 anni, capo della Polizia, e Mario Parente, 59, direttore dell’Aisi, che avrebbero avuto bisogno di un mandato più lungo. Ecco perché, anche grazie alla giovane età, sarebbe opportuno rinnovarli per almeno un altro biennio: i problemi della sicurezza nazionale e in generale del terrorismo necessitano di una gestione in continuità, soprattutto considerando altri possibili cambi.
Dis e Aise
Infatti la situazione altrove è diversa perché ci sono interpretazioni opposte sulla normativa da applicare. Il prefetto Alessandro Pansa, 66 anni, fu nominato direttore del Dipartimento che coordina le Agenzie di intelligence nell’aprile 2016 (anche lui per soli due anni) mentre Alberto Manenti, 65 anni, terminerà alla fine di aprile il quadriennio come direttore dell’Aise. Va ricordato che la legge del 2007 sui Servizi prevede per i vertici un incarico per un massimo di quattro anni rinnovabile una sola volta. Una tesi basata su norme secretate del comparto intelligence sostiene che entrambi, essendo in età da pensione al momento della scadenza, non possano essere prorogati; un’altra tesi, invece, sostiene che se il rinnovo avviene mentre si è in servizio, l’interessato possa restare a prescindere dall’età, in pratica come avviene nelle Forze armate. I due vertici gradirebbero molto essere confermati (sarebbe strano il contrario) ed è possibile che il ministro dell’Interno, Marco Minniti, si spenda in particolare per Manenti anche grazie alla stretta collaborazione sulla Libia. I servizi dipendono da Palazzo Chigi e quindi Paolo Gentiloni avrà l’ultima parola, forse anche in base a un’interpretazione autentica di quella normativa riservata.
In questa incertezza indicare i possibili candidati rischia di essere un esercizio vano: per il vertice del Dis è notevole l’attivismo del segretario generale della Farnesina, ambasciatore Elisabetta Belloni, 59 anni, così come si parla anche di Luciana Lamorgese, 64 anni, prefetto di Milano e già capo di gabinetto di Angelino Alfano al Viminale. Tra gli eventuali successori di Manenti in evidenza il generale Giovanni Caravelli, 60 anni, vicedirettore dell’Aise e una lunga esperienza nell’intelligence.
Guardia di Finanza
In quel Consiglio dei ministri del 29 aprile 2016 fu nominato anche il comandante della Guardia di Finanza: il generale Giorgio Toschi, 63 anni a novembre, alla fine del prossimo aprile lascerà l’incarico al quale lo volle Renzi al termine di uno scontro ai massimi livelli istituzionali che oggi rende difficile una proroga, in teoria possibile se avvenisse prima della scadenza e dunque prima della pensione. Un nome per la successione potrebbe essere proprio quello di Luciano Carta, 60 anni, oggi vicedirettore dell’Aise e l’anno scorso candidato alternativo a Toschi sostenuto dal Quirinale e dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Stavolta il mandato dovrebbe essere triennale, visto che il Libro bianco della Difesa lo prevede anche per il numero uno delle Fiamme Gialle.
Se il governo Gentiloni deciderà di procedere ai rinnovi in autunno, è scontata una valutazione bipartisan: l’Italia ha bisogno di vertici certi che possano organizzarsi per il futuro a prescindere dalle fibrillazioni politiche.