“Le parole del Papa veicolate da il manifesto: uno scandalo? Saranno in molti a gridarlo”. Si apre con queste parole l’articolo del manifesto di oggi firmato da Luciana Castellina con cui si lancia l’iniziativa del quotidiano comunista di distribuire, assieme al giornale di domani, il libro “Terra, casa, lavoro” in cui sono raccolti i discorsi del pontefice ai movimenti: “Se il manifesto veicola i discorsi di papa Francesco – scrive ancora la giornalista e storica firma del quotidiano diretto da Norma Rangeri (nella foto) -, non è per ospitalità, o per strumentale ammiccamento. È perché questo suo messaggio lo sentiamo nostro”.
NON UNA RIVOLUZIONE, MA DISCONTINUITÀ
Nessuna rivoluzione, né in Vaticano né al manifesto, malgrado – come anticipato dalla stessa Luciana Castellina – sorprenda non poco la pubblicazione dei discorsi di un pontefice da parte di un quotidiano “senza tonache” come il manifesto. “Il comunismo non c’entra – spiega la firma del manifesto – ma il focus significante delle parole del Papa ha certo a che fare con i movimenti rivoluzionari: per via dell’insistente richiamo alla soggettività, al protagonismo delle vittime, che debbono prendere la parola e non solo subire. Perciò occorre dar valore alla politica con la P maiuscola, di cui ‘non bisogna avere paura, perché è anzi la forma più alta della carità cristiana’”.
I DISCORSI AI MOVIMENTI POPOLARI
Quelli di Papa Francesco sono discorsi “politici” e benché non si possa dire che il pontefice sia comunista, di comunisti ne ha incontrati tanti. “Pepe Mujica, guerrigliero coi Tupamaros e quindi presidente dell’Uruguay, calorosamente salutato da Papa Francesco; con Evo Morales, presidente indio della Bolivia, c’era stata quasi una cogestione della conferenza – si legge sul manifesto -. E poi, con i movimenti, provenienti da 68 Paesi diversi, ce ne sono stati molti altri, ancorché non presidenti, ma a capo di assai importanti organizzazioni di sinistra: João Pedro Stedìle, leader dei Sem terra brasiliani e il coordinatore della rete internazionale Via campesina tanto per fare un esempio, ambedue – fra l’altro – membri del comitato internazionale del Forum Sociale Mondiale, con cui la EMMP ha molti tratti comuni nonostante qualche dissenso”.
LA GRANDE INNOVAZIONE DI BERGOGLIO
L’innovazioone di Bergoglio dunque, scrive Castellina, non è religiosa, ma politica e “sta nel dire che i poveri bisogna amarli e aiutarli e che poi andranno in paradiso, ma che devono alzare la testa e combattere qui e oggi, su questa terra e in questo tempo. E nel chiedere ai movimenti, e cioè alla politica, di farsi carico di generare i processi necessari”. “Se il manifesto veicola i discorsi di papa Francesco – si legge in conclusione -, non è per ospitalità, o per strumentale ammiccamento. È perché questo suo messaggio lo sentiamo nostro. Utile anche ai nostri lettori. Molti generosamente impegnati nella solidarietà, e però spesso, per disillusione, ormai scettici verso la politica”.