L’unità del partito e un’idea di futuro del paese. Sono queste le carte vincenti che il Partito democratico dovrebbe giocare nella prossima competizione elettorale ormai quasi alle porte secondo Enzo Risso, direttore scientifico dell’istituto di ricerca Swg e docente di sociologia dei processi culturali e comunicativi presso l’Università degli Studi di Macerata. E se nel centrosinistra, in questi giorni, risuona il nome di Paolo Gentiloni per il post voto, Risso spiega che in termini di consenso elettorale, per il Partito democratico continuare i balletti sui nomi può essere solo contro producente.
A cosa è dovuta la caduta dei consensi del Partito democratico?
La caduta dei consensi del partito democratico è dovuta al fatto che il centrosinistra si è spaccato per l’ennesima volta e quando ci sono operazioni di scissione di sicuro il partito da cui si stacca la costola non aumenta nei consensi. Ma non solo in termini di voto, anche l’immagine del partito viene appannata. La seconda cosa è che c’è una concentrazione in questo periodo, sui media, di posizioni anti renziane che cercano di imputare a Renzi tutti i possibili mali. Anche questa concentrazione alimenta un infragilimento del Pd.
È legata anche al fatto che governare logora?
Negli ultimi 20 anni tutti i partiti che hanno governato in Italia non sono stati riconfermati alla guida del paese nella tornata elettorale successiva…
Quali sono a suo avviso i sentimenti prevalenti dei cittadini verso Gentiloni?
Intanto c’è da ricordare che per l’opinione pubblica il segretario del Pd resta Renzi e quindi anche questo tentativo di mettere Renzi contro Gentiloni, Gentiloni contro Renzi è un tentativo che fa poca breccia. La fiducia delle persone nei loro confronti, è molto simile. Sono due figure importanti dello stesso partito che stanno giocando ruoli diversi: uno è quello del segretario di partito che deve affrontare una campagna elettorale non facile per lui – e non è semplice perché deve ridefinire e definire il progetto di Italia che vuole presentare agli elettori -, mentre Gentiloni sta facendo dignitosamente la sua attività di governo per traghettare alle elezioni il paese.
Cosa preoccupa maggiormente gli elettori?
Le persone in questo momento sono molto preoccupate dall’ingovernabilità. Il 73% degli italiani pensa che da queste elezioni non uscirà una maggioranza . Il 70% degli italiani teme che se non ci sarà un governo stabile ci saranno ricadute negative sulla nostra economia e che potranno esserci degli attacchi speculativi da parte della finanza internazionale. C’è una fase di apprensione da parte degli italiani ed è chiaro che la figura di una persona come Gentiloni, capace di traghettare il paese in una fase complessa come questa, è una figura positiva.
Una possibile candidatura di Gentiloni potrebbe tranquillizzare gli italiani?
Quello di mettere Gentiloni contro Renzi è più un espediente mediatico che altro. Mi sembra, invece, che ci sia nell’opinione pubblica l’esigenza di avere una classe dirigente politica che sia in grado di giocare più parti facendo squadra. Il gioco mediatico alimenta la logica del leader che salva tutto, mentre non esiste un leader che, da solo, fa tutto. Vincono le squadre, non i leader solitari. Inoltre Gentiloni è già schierato, considerato che sta governando per conto e per nome del Partito democratico. Se poi Gentiloni vorrà una propria lista , credo che sia una decisione politica che spetta a lui.
Se non è questione di leader, allora, su cosa deve puntare il Pd?
Il Partito democratico deve puntare sul difficile compito di riuscire a dare l’idea al paese e agli elettori un progetto di futuro concreto e credibile. Bisogna prescindere dai ragionamenti sulla simpatia. Renzi ha guida del partito e ha il consenso della maggioranza degli elettori del Pd, questo è un dato di fatto con cui anche a chi non piace Renzi fdeve fare i conti.
Dov’è che il Pd sta perdendo consensi e dove sta invece tenendo?
In questo momento il quadro deve essere guardato da un punto di vista sociale. Il Pd ha un riconoscimento elettorale da parte del ceto medio mentre è in difficoltà, ossia ha minori consensi, in segmenti sociali medio bassi e nei segmenti giovanili. Il Pd, dunque, ha di fronte a sé una grande sfida, quella di disegnare un’ipotesi di futuro del Paese incentrata sul tema del lavoro e sul tema del ringiovanimento del paese. Io credo che quella che è stata la battaglia iniziale che ha dato slancio a Renzi – appunto di ringiovanire il paese – è un’esigenza che ancora rimane. Consideri la fuga di cervelli di questi anni, consideri che la gerontocrazia ancora circola nel nostro paese quindi questo è un paese che ha bisogno di cambiare. Gli italiani andranno a votare con lo spirito e la voglia di cambiare e la voglia di avere un’idea di futuro e questa è la partita a cui è chiamato Renzi, a cui è chiamato Gentiloni e tutto il Partito democratico.