È la gara di tutte le gare. I nuovi velivoli da addestramento per l’aeronautica militare americana rappresentano uno dei piatti più ghiotti per l’industria del settore. E l’Italia ha quello che viene considerato come uno dei migliori modelli di addestratori oggi sul mercato. Siamo quindi in competizione sotto le insegne di Leonardo e della sua controllata statunitense DRS.
La possibile aggiudicazione della commessa rappresenterebbe non solo una benefica opportunità di business per l’industria nazionale ma anche una ulteriore occasione per consolidare la relazione italiana con gli Stati Uniti. Vale quindi la pena di giocarsi tutte le carte dimostrando che a concorrere non c’è solo il gruppo Leonardo ma l’intero sistema Italia.
Proprio con questo spirito, e con l’obiettivo di ottenere maggiori consensi, l’ambasciatore italiano negli Usa, Armando Varricchio, ha guidato una visita istituzionale nello stato dell’Alabama durante la quale ha incontrato il governatore dello stato, Key Ivey. Tra i vari dossier affrontati a Montgomery, anche quello relativo alla gara per l’addestratore. Le ricadute economiche e occupazionali sarebbero per lo stato una significativa opportunità di crescita. Nel piano presentato da Leonardo è, infatti, previsto l’avviamento nella città di Tuskegee di un nuovo sito produttivo, interamente dedicato alla costruzione di una linea di assemblaggio del velivolo per cui Leonardo compete con giganti del calibro di Lockheed Martin e Boeing.
All’incontro ha preso parte anche il Ceo di Leonardo DRS, William J. Lynn III, che ha avuto modo di illustrare l’altissimo livello tecnologico dell’azienda e della produzione. Ha quindi sottolineato che l’assegnazione della commessa consentirebbe la creazione di circa 750 posti di lavoro nella sola area di Tuskegee, senza considerare il notevole impatto a più ampio raggio sulla filiera industriale statunitense, oltre che italiana.
L’ambasciatore Varricchio si è detto particolarmente soddisfatto della visita e della positiva accoglienza che è stata riversata al Paese. “Anche al di là di Washington – ha dichiarato ai media locali – è possibile ammirare un Paese forte e unito. Ad unire questo Paese è proprio la determinazione nel lavorare insieme per progetti comuni. Quando il comparto industriale funziona vi sono benefici per tutti” ha voluto sottolineare. A conferma che la diplomazia economica non è più solo un buon proposito. Se l’Alabama riuscirà a fare la differenza o meno per la gara in cui è impegnata Leonardo si vedrà, ma in ogni caso aveva senso provarci.