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Ecco come Leonardo e Profumo sorridono tra nuovo credito e spiragli in Francia

Nuova linfa per Leonardo, a pochi giorni dalla pubblicazione del piano industriale aggiornato al 2022. Il gruppo dell’aerospazio guidato dal ceo Alessandro Profumo (nella foto), reduce dal crollo in Borsa dello scorso 30 gennaio in seguito alla diffusione dei target per i prossimi anni (ricavi tra 11,5 e 12 miliardi, Ebitda tra 1,05 e 1,1 miliardi) si è infatti appena aggiudicata un’importante linea di credito con un pool di 26 banche. Per l’azienda si tratta dunque di disporre di risorse bancarie ma a condizioni meno stringenti rispetto a prima, il che impatta positivamente sugli investimenti del gruppo.

L’OPERAZIONE

 Nel dettaglio, Piazza Montegrappa ha sottoscritto una nuova linea di credito revolving (dove rispetto all’apertura di credito tradizionale variano finalità del prestito e nelle modalità di rimborso) con un pool di banche domestiche e internazionali. La rinegoziazione prevede il pagamento di un margine di 75 punti base sopra l’Euribor, in riduzione di 25 punti base rispetto alle precedenti condizioni. Inoltre è stata ridotta la dimensione a 1,8 miliardi di euro rispetto ai 2 miliardi di euro della precedente ed estesa la scadenza a febbraio 2023, anno attualmente libero da impegni di rimborso sul mercato dei capitali.

L’OTTIMISMO DI PROFUMO

Il primo ad essere soddisfatto non poteva che essere lo stesso ceo Profumo. “La rinegoziazione è un ulteriore passo avanti nella realizzazione di una strategia finanziaria disciplinata. Le condizioni di mercato favorevoli ci hanno indotto a rinegoziare la linea di credito al fine di ridurre ulteriormente gli oneri finanziari, confermando il progressivo alleggerimento delle esigenze di finanziamento del capitale circolante, pur mantenendo una fonte di liquidità bancaria in linea con le aspettative del mercato finanziario, incluse le agenzie di credit rating”.

LA BORSA APPREZZA

Il mercato attende notizie come queste dal fronte Leonardo. La prova è nel rimbalzo del titolo in Borsa non appena diffusa la notizia della rinegoziazione, schizzato a +4,8%. A spingere il titolo è stata poi anche un altro dato. E cioè che il nuovo finanziamento ha avuto un oversubscribment (alla chiusura di un’offerta pubblica di vendita o di sottoscrizione la domanda risulta superiore all’offerta) per 3,6 miliardi di euro, circostanza che conferma l’interesse del mercato per Leonardo.

GLI SPIRAGLI IN FRANCIA

C’è però un’altra buona notizia per la holding della difesa. Una notizia che viene direttamente dalla Francia, dove si è tenuta la seconda riunione operativa del comitato chiamato a studiare il piano per la cooperazione navale-militare tra Italia e Francia (qui il focus di Formiche.net). Tanto per cominciare due giorni fa il ceo di Fincantieri, Giuseppe Bono e quello di Naval Group, Hervè Guillou hanno incontrato a Parigi i vertici di Mbda, lo joint venture tra Leonardo (25%), Airbus e Bae Systems attiva nella fornitura di sistemi millistici e poi quelli di Elettronica, società anch’essa partecipata dall’ex Finmeccanica. Non è tutto. Collateralmente agli incontri, è infatti stato istituito un gruppo tecnico di lavoro, di cui farebbero parte anche il direttore generale di Fincantieri e il responsabile strategie e M&A di Leonardo, Giovanni Soccodato, con l’obiettivo di raggiungere un accordo entro fine giugno, quando ci si aspetta che Fincantieri e Naval Group presentino ai loro rispettivi governi una bozza di alleanza.


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