“Noi non ci ritiriamo”. Così il numero uno di Eni Claudio Descalzi, dopo che la Turchia ha reso noto di aver rinviato la scadenza dell’avviso delle sue attività militari al 10 marzo, interviene per fare chiarezza sulla situazione che si è venuta a creare nel Mediterraneo orientale.
QUI ENI
Secondo l’ad del colosso italiano il blocco della nave di perforazione Saipem 12000, fermata dalla Marina turca dal 9 febbraio scorso al largo di Cipro, rientra nei “possibili contenziosi che abbiamo”, ma a questo punto l’evoluzione delle cose dipende dalle decisioni che verranno prese da Cipro Nord e Cipro Sud.
“Abbiamo dei permessi che durano moltissimi anni. Se ci sono degli stalli si ferma l’orologio ma non siamo andati via dalla Libia o da altri Paesi dove c’erano delle situazioni complesse – aggiunge – quindi questa è l’ultima delle preoccupazioni, siamo tutti molto tranquilli e sereni”.
In occasione di un evento promosso al centro Eni di Ferrera Erbognone, in provincia di Pavia, Descalzi ha aggiunto che “è chiaro, ora la conseguenza è che dovevamo fare questo pozzo e stiamo aspettando”, dice. “Siccome dopo questo pozzo dovevamo andare in un altro Paese è molto probabile che in questi giorni dobbiamo per necessità spostarci nella location che doveva seguire questa perforazione (ovvero il Marocco, ndr)”. In seguito annuncia che Eni tornerebbe lì “in attesa che la diplomazia internazionale, europea, turca, greca e cipriota trovi una soluzione”.
QUI NICOSIA
Via la nave dell’Eni se blocco turco dovesse continuare, ma le trivellazioni potrebbero essere fatte anche in altre aree marittime. Così il ministro degli Esteri cipriota Ioannis Kasoulides sulla stampa locale, secondo cui le esplorazioni di idrocarburi previste nella ZEE di Cipro non dovranno comunque subire interruzioni, anzi, dovrebbero comunque continuare. Tra l’altro proprio su Cipro la Farnesina ha smentito che vi siano stati incontri segreti tra il governo italiano ed esponenti della comunità turco-cipriota sul caso della nave noleggiata dall’Eni, notizia che invece era stata fatta circolare sui media turchi.
QUI ANKARA
La Turchia non permetterà che resti lo status quo nel Mediterraneo orientale: lo ha detto il ministro turco dell’Energia, Berat Albairak, aggiungendo che finché non ci sarà una soluzione saggia al processo evolutivo legato al dossier energetico, la Turchia avrà un’influenza continua in quel fazzoletto di acque. Parlando al Forum dell’Energia ha osservato che “la Turchia ha perseguito un approccio costruttivo in particolare sulla questione di Cipro Nord, ma l’adesione meridionale di Cipro all’Ue ha creato i fatti compiuti che conosciamo”. Ha sostenuto che il lato greco-cipriota “non solo esercita una politica unilaterale sull’isola, ma anche sulle acque territoriali e la ZEE”.
“Fino a ieri l’atteggiamento costruttivo e paziente della Turchia – ha aggiunto – è stato visto come un atteggiamento passivo, ma noi negli ultimi due anni abbiamo fatto molti progressi in questo processo”. E se qualcuno volesse creare in quella zona un fatto compiuto, “noi non lo permetteremo”.