L’Italia è ancora in campagna elettorale. Avvolta in una specie di torpore interrotto ogni tanto da qualche boato di promesse su fisco, pensioni, consumi e imprese. Maurizio Bernardo, ex presidente della commissione Finanze della Camera in quota Pd, firmatario di numerosi progetti di legge, come quello relativo alla finanza islamica (qui il focus di Formiche.net), primo barlume di regolamentazione in Italia, la chiama “anestesia elettorale”.
La verità è che i partiti pensano ancora si essere in gara tra loro, insistendo su operazioni di contabilità pubblica con i piedi di argilla. Quando invece ci sarebbe da provare a formare un governo e magari scrivere in tempi ragionevoli un Def che contenga tanta realtà e pochi sogni, come già comincia a ricordare elegantemente l’Europa.
I dubbi sul Documento di economia e finanza non mancano davvero (qui l’intervista al responsabile Fisco di Confcommercio, Vincenzo De Luca), e forse è tempo di svegliarsi e cominciare a capire quello che si può fare e quello che invece non si può fare. La Lega insiste sulla flat tax, il Movimento 5 Stelle sul reddito di cittadinanza. In mezzo, una sola verità, bloccare l’aumento dell’Iva, costo 12,4 miliardi di euro, non proprio spiccioli.
“La coperta, tanto per usare un’espressione nazional-popolare è corta. Ma la sostanza non cambia”, avverte Bernardo. “Ho la sensazione che presto ci risveglieremo bruscamente da questa anestesia elettorale. Le regole europee, i vincoli di bilancio cui siamo sottoposti perché parte di un sistema comunitario saranno la nostra sveglia. Diciamo che il Def ci riporterà tutti alla realtà”. Bernardo è realista, nell’ora dei proclami fuori tempo massimo, post 4 marzo. “I vincoli di cui parlo sono intoccabili, al massimo si può fare un po’ di deficit. Ma quello sarebbe meglio tenerlo per disinnescare l’aumento dell’Iva perché ogni volta che l’imposta sale di un punto i consumi crollano (nel 2019 se non verrà bloccata la clausola l’Iva salirà al 25%, ndr)”.
“Francamente non credo si possa andare tanto in autonomia, corriamo l’ennesimo rischio di farci riprendere come degli scolaretti”. Chiaro il messaggio. Ma allora non si può toccare nemmeno la legge Fornero, che la Lega vorrebbe addirittura cancellare. “Su quello si può ragionare, non certo abolire la legge, casomai prevedere dei correttivi. Penso alla possibilità di intervenire sugli importi delle pensioni minime, alzandoli”, spiega l’ex presidente.
Però alla fine, al netto del Def, tutto conduce a una domanda, anzi due. E cioè, fare il nuovo governo sarà impresa ardua? E quanto durerà la pazienza dei mercati, che stanno già graziando l’Italia. “Diciamoci la verità, fare l’esecutivo sarà complicato soprattutto se è una questione di poltrone. Se invece fosse pura responsabilità verso i cittadini e dunque verso il Paese, allora non lo è. In tutta sincerità al momento non sono troppo preoccupato dai mercati, un po’ di tempo ancora c’è. Il punto è capire quanto ne serve. I mercati, lo spread, non avranno pazienza all’infinito. E nemmeno gli italiani”.