Siamo proprio sicuri che l’attuale tempo politico sia quello giusto, per concludere positivamente la trattativa per formare il governo Salvini-Di Maio? La percezione che si riceve dalle tante parole, talvolta vuote e senza senso, espresse dai protagonisti creano più di qualche dubbio. Non sono lontani i giorni delle aggressioni verbali, dei contrasti virulenti, delle accuse reciproche tra gli esponenti delle due forze in campo, che hanno annunciato urbi et orbi che sono in grado nonostante tutto di assumersi con mandato pieno la responsabilità di governare il Paese. Impresa non proprio facile in epoche normali, figurarsi oggi. Per chi ha vissuto numerose crisi di governo, dall’esterno e dall’interno, non pare proprio che ci siano quelle solide condizioni, quei presupposti che inducano a ritenere fruttuoso il percorso dell’esperimento in atto.
Tra reddito di cittadinanza e Flat tax si devono reperire 80 miliardi di euro, per non dire che allo stato non esiste una linea comune sull’immigrazione, sul fisco, sulle sorti della riforma Fornero. E allora, che trattativa si sta sviluppando, se il presidente Mattarella è stato indotto a intervenire per ribadire che non bisogna uscire dal perimetro europeo e atlantico? E’ forse semplice sottoscrivere un accordo di potere, ma un’alleanza di governo pare molto problematica. Profondo disagio si denota anche tra gli operatori dell’informazione che incontrano difficoltà nella interpretazione delle tattiche adottate, vista l’assenza di una strategia di fondo. A parte la smania di Di Maio di insediarsi a Palazzo Chigi.
È purtroppo questa la fotografia di una politica evanescente, scialba, svilita; di una rappresentanza parlamentare quasi anonima, poco colta politicamente, incompetente, disposta alla bassa transazione, che si allinea ai governi parolai, inconcludenti, disposti a trattare con chiunque. Ieri Il perno su cui ruotava il sistema politico era il PD, alleato con Angelino Alfano e con gli amici della destra di Silvio Berlusconi in modo obliquo. Oggi, invece, il perno sono la Lega, il M5S e Berlusconi probabilmente, ma dopo la riabilitazione avvenuta in questue ultime ore pare molto difficile un suo sostegno al duo Salvini-Di Maio. Si andrà avanti alla giornata per interessi e tornaconti reciproci, tra contraddizioni, smentite, promesse, trattative opache, dando vita a una maggioranza variopinta, balbettante, che può partorire solo un governo col respiro corto, rischiando in tal modo di impoverire la nostra democrazia rappresentativa.
Si cercherà ancora una volta il sostegno dei poteri che contano per rimanere in sella, dimenticando che esistono circa otto milioni di poveri, per non dire dei tanti sulla soglia di povertà. In democrazia l’interesse da garantire non è quello quantitativamente numeroso ma quello qualitativamente nobile, e l’interesse qualitativamente nobile è quello debole, altrimenti il processo di libertà si arresta e la democrazia non è più in grado di arricchire, non in senso economico, ma la coscienza umana di valori civili. Salvini e Di Maio fino ad oggi non sono riusciti a dissipare dubbi e incertezze in tal senso.