Mancando di prendere posizione con forza contro la manifestazione di sabato, e di fare con nettezza pulizia all’interno dei propri movimenti, i leader della sinistra danno l’impressione di condividerne le tesi o, quantomeno, di apprezzare i vantaggi elettorali dovuti ad una sostanziale ambiguità sul tema. Il corsivo di Andrea Cangini
Andrea Cangini
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Vi racconto la lunga marcia di Giorgia Meloni verso il Ppe. Scrive Cangini
La lunga, e oggettivamente lenta, marcia di avvicinamento di Fratelli d’Italia al Ppe è in corso da tempo, e in questi giorni sta registrando un piccolo balzo in avanti. Un percorso obbligato per chi della “democrazia” ha un’idea realistica piuttosto che retorica. Il corsivo di Andrea Cangini
Sciopero generale, la tazza di brodo di Maurizio Landini. Il commento di Cangini
Ieri, dopo aver incontrato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il segretario generale della Cgil Maurizio Landini ha tradotto la politica economica del governo in “anni di austerità, sacrifici e tagli”, di conseguenza annunciando che il sindacato “non starà a guardare”. A breve, dunque, la Cgil proclamerà un nuovo, ennesimo sciopero generale
Ucraina, l’inaffidabilità del campo largo come puntello ideale di un governo titubante
In un contesto politico diverso, quel voto sull’utilizzo delle armi occidentali in territorio russo potrebbe avere ripercussioni e potrebbe addirittura mettere in discussione la tenuta del governo. Ma il contesto gioca indiscutibilmente a favore di Giorgia Meloni. Finché l’unica alternativa a questo diviso centrodestra sarà il cosiddetto campo largo, la presidente del Consiglio potrà dormire sonni tranquilli. Il corsivo di Andrea Cangini
Con Fitto Meloni ottiene il massimo del possibile. Il commento di Cangini
Per l’Italia quella di oggi a Bruxelles è stata una buona giornata. Buona ma non ottima. Ora c’è solo da augurarsi che, quando verrà il momento del voto di convalida, gli europarlamentari del Pse, dei Verdi e dei Liberali non mettano pretestuosamente in croce il povero Fitto come accadde nel 2004 a Rocco Buttiglione. Il commento di Andrea Cangini
Perché la politica continuerà a subire le incursioni della magistratura. Scrive Cangini
Orsina sulla Stampa ha sollevato un problema, Toti, che da quel problema fu travolto, ha indicato una strada sul Giornale. È ragionevole immaginare che tra trent’anni saremo ancora qui a scrivere le stesse cose commentando fatti analoghi. Non sembra, infatti, che il ceto politico abbia la forza e forse anche nemmeno la voglia di metter mano al problema. Il commento di Andrea Cangini
Le oscure trame del Pd contro la nomina di Fitto lette da Cangini
Indipendentemente dalle casacche politiche, è interesse dell’Italia essere rappresentata col maggior peso politico possibile nella costituenda Commissione von der Leyen. È ragionevole immaginare che i socialisti europei stiano utilizzando le presunte pressioni del Partito democratico per negoziare deleghe di maggior peso ai propri commissari e che, dunque, un accordo verrà trovato. Ma è possibile che la mediazione comporti un ridimensionamento di Fitto. E questo non è un bene. Il corsivo di Cangini
Dall’utopia alla politica, la complessità del Piano Draghi secondo Cangini
Sangiuliano e l’ossessione della destra per i complotti. Scrive Cangini
Quella del complotto è l’ossessione del centrodestra di governo. Palazzo Chigi l’ha più volte evocata. Possibile che l’evocazione di oscuri poteri dediti a tramare contro il governo sia anche un modo per rinsaldarne la base elettorale e coltivare la teorizzata, anche se poco praticata, estraneità del mondo meloniano al potere costituito. L’opinione di Andrea Cangini
Ucraina, le ambiguità che confermano gli antichi pregiudizi sull’Italia
Sarebbe straordinario se l’Italia, intesa come un tutt’uno, potesse orgogliosamente sfatare i pregiudizi che dai tempi dei Grand Tour settecenteschi gravano sul Bel Paese. Sarebbe straordinario se la classe politica italiana facesse realmente propria la regola codificata nelle relazioni internazionali secondo cui i patti debbono essere sempre rispettati, e quella, non scritta, secondo cui in materia di politica estera e di difesa si deve parlare con una sola voce. L’opinione di Andrea Cangini