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Il giacobinismo di chi critica la separazione delle carriere fa male alla giustizia. Scrive Cangini

Il fatto che la separazione delle carriere tenda semplicemente a garantire la parità tra accusa e difesa in armonia con l’articolo 111 della Costituzione e col principio della presunzione di innocenza è un’evidenza presa in considerazione solo da una minoranza di commentatori e di giornali d’opinione. Il commento di Andrea Cangini

Quando Cossiga ricordava che l’arresto di un governatore dipende solo dal capriccio di un pm

Fare politica è il più rischioso dei mestieri: perché tutto può da un momento all’altro finire, anche la propria libertà personale. Cosa avrebbe detto l’ex Capo dello Stato per inquadrare correttamente l’arresto del presidente della regione Liguria Giovanni Toti?

E se l’indeterminatezza di Elly si rivelasse vincente? Il commento di Cangini

All’indeterminatezza più assoluta non corrisponde una conseguente flessione nei sondaggi elettorali. È perciò probabile che chi si aspetta un tracollo del Pd e la conseguente “cacciata” di Schlein rimarrà deluso. Viene, di conseguenza, il sospetto che le vecchie regole della politica abbiano ormai perso il valore che avevano quando i social non esistevano, i partiti erano ancora cosa viva e le leadership non si improvvisavano ma, fase per fase, si costruivano nel tempo. Il commento di Andrea Cangini

La guerra di Macron e l’irresolutezza dell’Occidente. Il commento di Cangini

Screditando l’ipotesi Macron, l’Occidente si mostra irresoluto. Atteggiamento che non potrà che incoraggiare Putin ad alzare il livello dello scontro. Giova, in tale contesto, ricordare le parole di Norberto Bobbio: “Rinunciare alla forza in certi casi non significa mettere la forza fuori gioco, ma unicamente favorire la forza del prepotente”. Il commento di Andrea Cangini

Cosa c’entrano le liste di attesa negli ospedali con le elezioni europee?

Il dibattito sulle europee trascura sistematicamente i grandi temi di interesse continentale come il nuovo Patto stabilità, la governance europea, il mercato unico, se e come arrivare ad un debito comune per finanziare le spese relative alla Difesa e alla transizione ecologica, e le future alleanze politiche… Il commento di Andrea Cangini

Le candidature civetta contraddicono la linea di partiti senza senso. Il corsivo di Cangini

Il generale candidato per la Lega dimostra il doppio – contraddittorio – binario di Salvini tra Russia e Nato. Ma il caso più clamoroso è quello del giornalista in campo con il Pd. Il commento di Andrea Cangini

La rivincita di Renzi sul Pd "di" Schlein. Scrive Cangini

Oltre la delusione di Prodi per la scelta della segretaria dem di candidarsi capolista alle europee c’è la rivincita di un ex segretario, Matteo Renzi, che ha scelto i social per criticare la decisione di Schlein, ricordando cosa successe nel passato. L’analisi di Andrea Cangini

Erdogan si schiera con Hamas nel silenzio della Nato. Il corsivo di Cangini

Erdoğan definisce i terroristi di Hamas dei “combattenti per la libertà” e ne riceverà a Istambul il capo dell’ufficio politico. Non solo ha islamizzato la Turchia, ma è il principale sostenitore di Putin, consentendo alle merci occidentali di aggirare le sanzioni a Mosca triangolando con i porti del suo Paese. Non si capisce però come possano i paesi dell’Alleanza atlantica, di cui la Turchia è un membro illustre, continuare a far finta di nulla. Il corsivo di Cangini

Draghi sferza i governi Ue come Mattarella sferzò i partiti politici italiani. Il commento di Cangini

È stato, quello odierno, un primo assaggio del discorso che Mario Draghi pronuncerà in giugno. Speriamo solo che i capi di Stato e di governo dell’Unione lo prendano sul serio più di quanto non abbiano fatto i capi dei partiti politici italiani con le parole di Sergio Mattarella e, prima di lui, di Giorgio Napolitano… Il commento di Andrea Cangini

I bias cognitivi degli anti israeliani. L'opinione di Cangini

I bias cognitivi sono una forma di distorsione sistematica della realtà. Un po’ quello che sta accadendo nella questione mediorientale: chi, per ragioni culturali, politiche o addirittura razziali, detesta Israele è oggi convinto che l’offensiva missilistica iraniana della scorsa notte sia largamente giustificata dall’attacco israeliano al “consolato” iraniano a Damasco del primo aprile. Chi lo pensa è evidentemente vittima di almeno due bias cognitivi che lo inducono a distorcere la realtà dei fatti. L’opinione di Cangini

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