Draghi è stato un elemento di discontinuità nello scenario politico. La sua esperienza si è politicamente conclusa. Il paradosso è che ancora in queste settimane estive e prima dell’apertura dei seggi la capacità e la determinazione di SuperMario servono, eccome, al Paese. La rubrica di Carlo Fusi
Carlo Fusi
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Diciotto mesi che hanno squassato il panorama politico. Il mosaico di Fusi
L’uscita di Draghi ha lasciato macerie non indifferenti perché l’antipopulismo è un potente unguento che sana laddove il senso di responsabilità latita e suppura
Il de profundis della legislatura si tinge di gialloverde. Il mosaico di Fusi
La realtà è che in queste settimana così decisive e a loro modo istruttive si sono confrontati non i classici schieramenti destra-sinistra bensì populisti vs antipopulisti, questi ultimi capeggiati proprio da SuperMario. Hanno vinto i primi. Possono prevalere anche nelle urne. In bocca al lupo, Italia
Per capire cosa succederà mercoledì, leggere le parole di Draghi
Si torna all’ammonimento dell’inquilino di Palazzo Chigi sui rischi prodotti dal populismo. Il testamento di un servitore dello Stato che avverte arrivare l’onda alta di un fenomeno che può spazzare via ogni sforzo di buongoverno. Il mosaico di Fusi
Spavento senza fine o fine spaventosa? La crisi politica nel mosaico di Fusi
Se si vuole essere onesti intellettualmente è giusto dire che le condizioni nelle quali il Capo dello Stato ha affidato, con disperazione mista a speranza, il timone del comando governativo a SuperMario sono via via evaporate. E niente può ripristinarle
La crisi? Altro che Conte, bisogna guardare a Mattarella. Il mosaico di Fusi
“Chiedete a Mattarella”, ha detto Draghi nel corso della conferenza stampa di ieri a proposito della possibile mancata fiducia al governo da parte del Movimento. Quella precisazione del presidente del Consiglio non è il semplice e dovuto omaggio alle prerogative del Capo dello Stato, ma l’espressione di una volontà: non mi farò impallinare dai partiti
Crisi sì, crisi no. Andare avanti così non si può. Il mosaico di Fusi
Non si può fare una crisi di governo adesso e tantomeno capitombolare nelle elezioni anticipate. Perché le sfide da affrontare sono tremende e anche alla sciaguratezza c’è un limite. Ma neppure si può andare avanti così. E allora che si fa? Nessuno lo sa, pur se il serbatoio di fantasia politica italiana e di arzigogolatura è inesauribile
Draghi-Conte, focolai di tensione che non giovano a nessuno. Il mosaico di Fusi
Comunque andrà oggi, i prossimi mesi risulteranno assai accidentati. Se davvero ancora una volta prevalesse la melassa negoziale, Draghi andrà avanti sempre più ammaccato dagli interessi dei partiti e perdendo un pezzo della sua autorevolezza: viatico micidiale in vista della legge di Stabilità da predisporre entro settembre. La rubrica di Carlo Fusi
Chi condanna l'Italia al piccolo cabotaggio. Il mosaico di Fusi
Tra tentazioni di uno strappo all’italiana e spallucce sul Pnrr, i palazzi romani tornano a ballare nel mezzo di una crisi internazionale. È la conferma di un provincialismo che condanna il Paese al piccolo cabotaggio. Il mosaico di Carlo Fusi
Cosa vuol dire il messaggio anti-populista di Draghi
Le parole del premier segnano il percorso che dovrà intraprendere chi vincerà le elezioni e si appresterà a governare. Il populismo continua a covare sotto la cenere di una società confusa e impaurita, pronto a riaffacciarsi con la virulenza che gli è propria non appena il disagio dei cittadini e le difficoltà della fase politico-economica prenderanno il sopravvento. Il mosaico di Fusi