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Le parole del papa e il difficile equilibrio sul conflitto. La lettura di Melloni

Il docente di Storia del cristianesimo spiega il “punto di equilibrio” che Bergoglio cerca di avere nelle sue esternazioni sul conflitto, posto che “ha sempre espresso la sua vicinanza ai profughi ucraini e alle vittime”. Il fatto che “la Santa Sede non sia terza del tutto in questo conflitto (una parte di identità ucraina affonda le radici nel cattolicesimo) rende le operazioni diplomatiche molto più complesse”

L'Italia è pronta alla settimana corta. La proposta di Benaglia (Fim-Cisl)

Il segretario dei metalmeccanici Roberto Benaglia lancia l’idea di una sperimentazione per ridurre l’orario di lavoro, senza però diminuire la produttività delle imprese: “Il settore in questi anni è molto cambiato e le competenze si sono diversificate. Si tratterebbe di una rivoluzione culturale del mondo del lavoro, estendibile anche ad altri settori”

Bonaccini e il pragmatismo democristiano. Le primarie Pd secondo Pombeni

Il politologo dopo le votazioni nei circoli per la nuova segretaria nazionale: “Auspico che i gazebo confermino questo risultato, sennò sarebbe evidente un condizionamento esterno”. Sulle parole di Bonaccini verso Meloni: “Bene ha fatto a definirla capace. Ci vuole dialogo con il governo”. E Schlein? “Cooptata dall’establishment della gauche caviar”

Piano Mattei? Italia in sicurezza e... a tutto gas. Parla il ministro Pichetto Fratin

Gli accordi con Libia e Algeria, il ruolo fondamentale del nostro Paese nel Mediterraneo e il lancio del piano Mattei. I rigassificatori (che verranno) e l’impatto della transizione sulle nostre imprese. Conversazione di Formiche.net con il ministro Gilberto Pichetto Fratin. Il gas? “Ci siamo candidati a diventare in pochi anni l’hub energetico del Mediterraneo. Siamo l’unico Paese europeo che può farlo”

Cina? L’Italia non si illuda, piuttosto… Parla il prof. Sapelli

Secondo l’economista, il governo “deve assolutamente recedere” dal memorandum sulla Via della Seta e “riallinearsi agli altri Paesi europei”. Xi mediatore sull’Ucraina? “Vuole solo compensare il crollo verticale di consenso interno”. E sulla Conferenza di Monaco: “Bisognava invitare anche i russi per intavolare trattative di negoziato”

Meloni, la leadership europea e i rapporti col Ppe. Parla Quagliariello

Giorgia Meloni tiene molto a non rinunciare alla sua identità e a rivendicare la sua provenienza. “Nella vicenda dell’Ucraina, dunque, a me pare abbia ritagliato e attualizzato l’atlantismo della sua parte, sterilizzandone l’antiamericanismo”. Il presidente della fondazione Magna Carta, già senatore e ministro, parla dell’ipotesi di alleanza tra conservatori e popolari alle Europee 2024 (e delle diverse anime del Ppe guidato da Weber)

La linea degasperiana che Meloni deve avere in Ue. Parla Follini

L’esponente dell’Udc: “Mi pare che il posizionamento di Meloni pro Kiev sia più che chiaro e difeso con fermezza. Bene fa il premier, molto meno gli alleati Salvini e Berlusconi. Il momento storico richiede un grande allineamento alle direttrici atlantiche e la saggezza politica imporrebbe di litigare il meno possibile con i partner europei”

Autonomia strategica, frammentazione europea e l'eredità di Ciampi

Il presidente emerito della Corte Costituzionale in apertura del ciclo formativo organizzato da Spes: “Cè un bisogno essenziale di integrarci con i Paesi del Mediterraneo e del Nord Africa. Sia per quanto riguarda l’approvvigionamento delle materie prime, sia per quanto attiene alle dinamiche più generali del mercato”.

La sfida del Mediterraneo e la popolarità europea. Le pagelle di Dini sul governo

L’ex primo ministro: “Meloni si sta ritagliando un ruolo importante in Europa,  non a caso viene considerata la donna più influente del Vecchio Continente. Questo governo non ha un’alternativa in questa legislatura. Anche perché non esiste un’opposizione in grado di governare”

La difesa del (buon) nazionalismo, che è diverso dal sovranismo. Parla Campi

Il politologo: “Giorgia Meloni ha avuto successo (e continua ad averlo) per molte ragioni. Non ultimo perché si è credibilmente intestata un patriottismo che gli altri attori politici continuano a rifiutare considerandolo anacronistico o incompatibile con l’europeismo che è un po’ diventata la religione ufficiale del nostro tempo. Un grave errore di giudizio, politico e storico, che ha dato a Meloni un grande vantaggio competitivo”

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