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Gianluca Zapponini About Gianluca Zapponini

Gianluca Zapponini, romano dal 1985, giornalista professionista dal 2016, papà di una bimba e gran goloso di notizie. Nel 2010 fresco di laurea di Scienze Politiche sono approdato a Milano Finanza, per restarci oltre 4 anni. Quotate, mattone, giochi, una spruzzata di politica ma soprattutto tanta tanta finanza pubblica. Poi il passaggio dalla carta stampata all'agenzia finanziaria MF-DowJones e infine l'arrivo a Formiche.net.

Eni e gli Stati Uniti sempre più vicini. Accordo strategico sul Gnl

Il ceo del Cane a sei zampe ha incontrato negli Usa l’ambasciatore Tilman Fertitta, il segretario dell’Interno Doug Burgum e il responsabile dell’Energia Chris Wright. Obiettivo, avvicinare ancora di più il mercato italiano ed europeo del gas con quello americano

Soliti guai cinesi. Una nuova bomba debito per Pechino

Visto dall’esterno il Dragone appare invincibile. Ma se si guarda in casa emerge tutta la friabilità di un’economia che produce più debiti che crescita. E il nuovo maxi-piano di salvataggio per gli enti locali da mille miliardi di dollari sta lì a dimostrarlo

Una crisi molto politica e poco finanziaria. La Francia secondo Daniel Gros

Quanto sta avvenendo Oltralpe ricorda tanto la Repubblica di Weimar, con quegli estremismi pronti a farsi largo nelle crepe di una società divisa. I fondamentali economici, invece, sono ancora buoni ed è sbagliato fare un paragone con l’Italia del 2011, quando i mercati travolsero l’allora governo Berlusconi. L’accordo sui dazi tra Ue e Usa? Ci hanno rimesso gli americani. Conversazione con Daniel Gros, economista e direttore dell’Institute for European Policymaking presso la Bocconi

Basta coi trucchi cinesi. Il Nasdaq si attrezza

Troppo spesso molte società prossime alla quotazione applicano lo schema del pump and dump, dove le azioni vengono gonfiate a tavolino e poi rivendute. E, quasi sempre, ci sono dietro investitori cinesi dalla dubbia trasparenza. Ma ora Washington alza la contraerea

A che punto è il piano Draghi. Il punto di Deutsche Bank

A un anno esatto dalla sua presentazione, solo poco più dell’11% delle raccomandazioni dell’ex presidente della Bce pensate per tenere testa a Cina e Usa si sono tradotte nella pratica. E così, nel giorno del discorso sullo stato dell’Unione di Ursula von der Leyen, l’Europa si scopre ancora una volta fragile e pigra

Dagli asset russi all'auto elettrica. La mappa europea di von der Leyen

Nel suo primo discorso sullo stato dell’Unione da quando è stata rieletta a capo del governo europeo, Ursula von der Leyen tocca tutte le corde più sensibili, in un momento di massima confusione sul futuro del Vecchio continente. A Kyiv bisogna prestare denaro, ma senza ricorrere massicciamente ai beni congelati della Russia. Ed è tempo di un’auto elettrica made in Europe che ponga fine all’invasione cinese. Messaggio a Israele: basta con il sostegno incondizionato

Per il petrolio russo la Cina non è l'Europa. Tabarelli spiega perché

Da una parte la Cina compra greggio ma a prezzo di saldo, dall’altra l’embargo dell’Europa sulle forniture di Mosca sta funzionando. Il risultato è un crollo delle entrate per il Cremlino. E anche sul gas si potrebbe seguire lo stesso copione. Conversazione con Davide Tabarelli, fondatore di Nomisma Energia

Assopigliatutto, Byd fa le prove generali di monopolio in Cina

Il costruttore di Shenzhen, che grazie ai mastodontici sussidi pubblici sta cannibalizzando il mercato, potrebbe spingere al fallimento decine di case concorrenti cinesi, oltre ad aumentare la pressione sull’Europa. E piazza un’altra bandierina in Italia

Italia, Spagna e Grecia meglio di Francia e Germania. Ora lo dicono anche le Borse

Mentre Oltralpe va in scena la resa dei conti per governo Bayrou, dai mercati arriva un nuovo segnale circa il ribaltamento degli equilibri continentali. Le piazze di Atene, Madrid e Milano tirano più di Berlino e Parigi

Auto elettriche e pannelli, la via europea per non morire di Cina

La manifattura cinese a basso costo sta fagocitando quel che rimane della transizione europea, a cominciare dal fotovoltaico per arrivare alle auto verdi. Ma se il Vecchio continente vuole darsi una speranza di sopravvivenza deve imbrigliare il Dragone, ridimensionandone il peso, senza però tagliare definitivamente i ponti. Cosa che peraltro l’Europa non può permettersi. Ecco cosa scrivono Emmanuel Guerin, della European Climate Foundation e Bernice Lee, consulente speciale presso Chatham House

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