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Sarà la volta buona per la nostra Pubblica amministrazione? Risponde Tivelli

È proprio sulla generazione di un triangolo virtuoso tra meritocrazia, produttività e formazione che si gioca il presente e il futuro della nostra Pa, che può così tornare ad essere un’infrastruttura chiave per il Paese. Forse sarebbe il caso, in questo quadro, che si accendessero di più i fari dell’opinione pubblica su questo processo di rinnovamento, di fatto avviato e in corso, che può offrire nuove chance all’intero Paese. Il commento di Luigi Tivelli

Quali sono i segreti del potere? Il racconto di Tivelli

Esce in questi giorni il libro di Luigi Tivelli edito da Rai Libri “I segreti del Potere. Le voci del Silenzio”. Un “libro miniera” in cui il lettore può apprendere tanti aspetti sin qui poco conosciuti e innovativi del funzionamento delle istituzioni e della macchina pubblica. Il libro si apre con un lungo saggio introduttivo dell’autore sul ruolo dei civil servant e degli “uomini e delle donne del silenzio”. Pubblichiamo di seguito uno stralcio tratto dal saggio introduttivo dell’autore: “L’effettivo governo del Paese”

La riforma istituzionale e la fuga dei cittadini dalle istituzioni. Scrive Tivelli

Il rischio della riforma istituzionale è quello di trovarsi con un premier eletto dal 60% dei voti, ma con un corpo elettorale sempre più striminzito e magari inferiore alla metà dei cittadini elettori. La riforma ipotizzata non mi pare affronti il nodo sostanziale della tendenziale fuga dei cittadini dalle istituzioni e quindi dell’esigenza di forme adeguate di recupero

Un luogo per il superamento della troppa divisività

Da molto tempo, e ancor più oggi, la “divisività” è una sorta di metastasi diffusa sia nella classe politica che in vari altri ambiti di questo Paese. Per superarla bisogna attingere al meglio della storia e della cultura politica, cercando di irrorare di questi aspetti la vita politica e culturale d’Italia. L’intervento di Luigi Tivelli, presidente della Academy di cultura e politica Giovanni Spadolini

L’Italia tra riformismo immobile e feudalesimo di ritorno. L'opinione di Tivelli

Perché abbiamo la forte motivazione e quasi il dovere di attingere il più possibile al senso della memoria storica, soprattutto in questo Paese, con questa classe politica, in cui emergono man mano grandi tormentoni e confronti che in ogni occasione sembrano nati per la prima volta. I problemi invece vengono da lontano e spesso da molto lontano. Il commento di Luigi Tivelli

I poteri dello Stato nell’Italia del populismo. L'opinione di Tivelli

Luigi Tivelli spiega perché a suo parere il caso della giudice di Catania rappresenta un conflitto di attribuzioni fra poteri dello Stato nel Paese ancora intriso di populismo

Spunti originali sul primo viaggio di un comunista negli Usa

Più di qualcuno ha evidenziato che Napolitano fu il primo comunista ad ottenere un visto per gli Stati Uniti. Ma meno è stato sottolineato il significato di quel visto e di quel viaggio negli Stati Uniti. Il ricordo di Luigi Tivelli

Come e perché i libri fanno volare le idee

Di Luigi Tivelli e Francesco Subiaco

“L’Oasi dei Libri. Lezioni sulla contemporaneità in vista del futuro” è la rassegna andata in scena a Sabaudia questa estate. Un ciclo di “lezioni” ed “incontri con l’autore” che ha cercato di rilanciare l’importanza del binomio cultura e politica, di fronte alle sfide della crisi dei poteri. L’intervento di Luigi Tivelli, presidente dell’Academy di cultura e politica Giovanni Spadolini e Francesco Subiaco, vicesegretario generale dell’Academy di cultura e politica Giovanni Spadolini

Dio, "patrie", famiglia. È l'Europa la nostra seconda patria, scrive Tivelli

Giuseppe Mazzini, lo stesso da cui Meloni mutua la formula “Dio, Patria e Famiglia”, aveva due patrie e un senso di una vera “Europa dei popoli” già nella prima metà dell’Ottocento. Il commento di Luigi Tivelli

Il caso Gentiloni nello shaker del populismo. L'opinione di Tivelli

Quella dell’aggressione sostanziale ad opera dei vari leader delle forze politiche che compongono il governo all’ex premier e Commissario europeo è una vicenda molto triste. Denota il grande provincialismo con cui ci si atteggia rispetto alle questioni europee

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