Scrive Roberto Esposito (Pensiero istituente. Tre paradigmi di ontologia politica, Einaudi, Torino 2020, p. XVIII): Politico è ciò che unisce la società attraverso la sua divisione, rendendo simbolicamente fruibile una frattura fino ad allora inconsapevole e potenzialmente distruttiva. Se, come sottolinea Esposito (op. cit., p. XVIII) symbolon evoca un ordine non alternativo al conflitto, nel politico siamo nel pieno del…
Marco Emanuele
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Della mediazione
Siamo in ricerca, nel nostro viaggio in e verso un "progetto di civiltà", di un paradigma politico istituente; per riprendere Roberto Esposito (Pensiero istituente, Tre paradigmi di ontologia politica, Einaudi, Torino 2020, p. X), c'è bisogno di un nuovo progetto affermativo. Nota Esposito (op. cit., p. XVII) che nel paradigma istituente (...) l'essere sociale non è né univoco né plurivoco,…
Danza istituente
Ogni giorno, la memoria va coltivata. Perché i testimoni, che incarnano - con la loro irripetibile esperienza - ciò che accadde con i totalitarismi del '900, non bastano. Coltivare la memoria significa coglierne e accoglierne, con "realismo visionario", la quota progettuale. Certo ci vuole coraggio (il cui sinonimo è responsabilità), perché confrontarsi con ciò che accadde solo pochi decenni fa,…
Lo sfogo della memoria
Oltre la memoria e la testimonianza, oltre al doveroso "per non dimenticare", c'è la necessità di progettare. In realtà non dovremmo pensare alle esperienze totalitarie del '900 bensì, per esercizio di responsabilità, dovremmo (ri)pensarle, avere la libertà di guardare nel profondo di ciò che è accaduto e interrogarci su quale realtà stiamo costruendo. Se non può esserci una realtà senza…
Il giorno dopo (la memoria nell'oltre)
Quando si dice l' "umano" si intende una complessità che non può essere separata. Perché voler guardare a ciascuno di noi solo attraverso uno sguardo particolare è già oltraggio e violenza. Il "male banale", mirabilmente descritto da Hannah Arendt nel suo percorso intellettuale intorno e dentro alle esperienze totalitarie del '900, ci riguarda direttamente, intimamente. E riguarda la de-generazione di…
Nostalgie progettuali. Il realismo nel terzo millennio
Il titolo di questa riflessione evoca nostalgia ma, si avverte il lettore, senza malinconia. Chi ha più di quarant’anni può ricordare il periodo della storia italiana passato sotto il nome di Prima Repubblica. Entrato nella vulgata di una “critica a prescindere”, in quel periodo – ben considerando i tanti errori commessi – era noto e praticato il talento della visione…
Cinque punti (fondamentali): a-centrici e a-dogmatici
L’impianto dei cinque punti, dei principi/culturale/politico-istituzionale/economico/giuridico, costituisce la base su cui costruire la nostra ricerca. Pur se ciascuno dei cinque punti riguarda un ambito particolare, non è quella particolarità che lo rende “compiutamente” tematico; la compiutezza, infatti, è una tensione, un percorrere l’oltre e non è mai raggiungibile. Per tale ragione, in questa ricerca ciascuno dei cinque punti è a-centrico:…
Cominciare un cammino nell'oltre
Con uno sguardo ampio e profondo, il nostro è un cammino nel “presente storico” verso un “progetto di civiltà”. Gli analisti, in fondo, sono fotografi di realtà. La nostra ambizione è di essere altro, (ri)legatori. Quando trionfa l’individualismo, un individualismo “cattivo”, è inevitabile che si pongano in discussione i legami sociali, che l’altro rappresenti un problema o, per meglio dire,…
Scuotere
Se vogliamo guardare a un "progetto di civiltà" dobbiamo essere pronti a considerare tutte le crepe strutturali che il tempo presente ci consegna. Non dobbiamo avere paura di affrontare il sentimento della Storia, saremmo vili nel non farlo. Quando sento parlare di "soluzioni" in un mondo che ha un profondissimo bisogno di pensiero, avverto che qualcosa manca. Abbiamo perso la…
Deliri di appartenenza
In un mondo multi-bi-polare, nella logica di (ri)cercare in un “progetto di civiltà”, il fattore umano è determinante. I deliri di appartenenza, che maturano nella radicalizzazione in ciò che siamo, sfociano inevitabilmente in “identità competitive” che, lungi dal voler servire il mosaico del vivente, si collocano “prima” di altre in una sorta di rincorsa alla “migliore” umanità. Non ci preoccupa…