Il 4 novembre, da poco diventato la Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate, in un mondo caratterizzato da crisi e conflitti, riporta all’attenzione il ruolo svolto dalla Difesa non solo nella Storia del Paese, ma anche nel suo futuro. L’analisi del generale Mario Arpino, già capo di Stato maggiore della Difesa e dell’Aeronautica
Mario Arpino
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Vi racconto la storia (e l'importanza) della Festa della Repubblica. Scrive il gen. Arpino
La Festa, seppure con modalità anche diverse dallo standard, si è sempre tenuta. Al contrario, la Parata non ha avuto vita facile. Fu il Presidente Ciampi, che durante la guerra aveva servito con le stellette in Albania, a ripristinarla con svolgimento ai Fori Imperiali, per continuare poi fino ai giorni nostri. L’intervento del generale Mario Arpino
Il 4 novembre è un atto di stima per le nostre Forze Armate. Scrive il gen. Arpino
Ancora oggi, le Forze Armate vivono in un fragile equilibrio tra l’apprezzamento e l’aspra critica da parte dell’opinione pubblica. Nonostante il tono minore di quest’anno, festeggiare le Forze Armate è un atto d’amore verso il Paese e testimonia la stima verso il loro operato a livello nazionale e internazionale
Caso Vannacci, i doveri e la libertà. Parla il generale Arpino
Ringraziandolo per aver accolto l’invito di Formiche a esprimere la sua opinione, pubblichiamo la riflessione del generale Mario Arpino, già capo di Stato maggiore della Difesa e dell’Aeronautica, Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, sul dibattito attorno all’uscita libro autoprodotto del generale Roberto Vannacci, “Il mondo al contrario”
Una celebrazione unitaria della festa della Repubblica
Siamo impegnati a reagire al meglio a questo momento grave e difficile con una guerra di aggressione e turbolenze etnico-politiche vicino alla porta di casa, offrendo con coesione ed equilibrio una presenza credibile anche in ambito alleato ed europeo. Per questo, la celebrazione unitaria di questo 2 giugno 2023 ha, all’interno e all’estero, il significato tutto particolare di un’Italia compatta. La riflessione del generale Mario Arpino, già capo di Stato maggiore della Difesa
Lo sguardo italiano su Kyiv. L'analisi del generale Arpino
Mario Arpino, già capo di Stato maggiore della Difesa e dell’Aeronautica, traccia le quattro lezioni che l’Italia ha appreso dal conflitto: dobbiamo estrarre e utilizzare le nostre risorse energetiche, diversificare le fonti di approvvigionamento esterne, ricucire le nostre tradizionali relazioni in Nord Africa e rinnovare le “scorte intangibili” con materiali allo stato dell’arte
La strategia di Biden è uno strumento democratico. Scrive Arpino
Joe Biden rilascia la National security strategy, un prezioso strumento di informazione democratica. Grazie a questo tipo di documenti, i cittadini a stelle e strisce vengono costantemente aggiornati, in modo semplice e asettico, sulla Strategia generale del proprio Paese. Il punto del generale Mario Arpino, già capo di Stato maggiore della Difesa
L'Afghanistan un anno dopo (e nei prossimi anni) secondo il gen. Arpino
Il Paese potrebbe trovarsi in uno di quei lunghi intervalli che hanno caratterizzato la sua storia. Per ora dobbiamo riconoscere che, per quanto divisi e sotto pesanti sanzioni, i vincitori dopo vent’anni sono “loro”, i talebani, e che probabilmente si sente tale anche buona parte dell’etnia pashtu. Tutti gli altri, Occidente compreso, sono da classificarsi tra i perdenti
Se il Cremlino inizia a stare stretto a Putin
Rinchiuso nelle stanze del Cremlino a fare (e sopportare) la sua guerra, Putin cerca un anestetico nella causa popolare. Da San Pietroburgo, con quel che resta delle élite, è iniziata la partita più importante dello zar. Il commento del generale Mario Arpino
Torna il 2 giugno, quello vero. Il commento del gen. Arpino
È l’occasione per cui gli italiani, anche se per pochi minuti davanti al televisore, con emozione tornano a rivivere il mito dell’antica grandezza di Roma. Sono lontani gli anni in cui la parata, appiedando i corazzieri e limitando al massimo il numero dei militari, ha persino sfiorato il ridicolo e rischiato nuova estinzione