In Italia si assiste a un fenomeno di “doppiopesismo” quando si affronta il tema delle vittime civili dei conflitti. Esempi come la crisi di Gaza o la guerra in Ucraina sono esemplificativi di questo atteggiamento ambivalente. Il punto del vice presidente dell’Istituto affari internazionali, Michele Nones
Michele Nones
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L’Europa riparta da budget Difesa e Patto di stabilità. Parola di Nones
Prima che sia troppo tardi, la guerra ha reso evidente che la Difesa europea dovrebbe adottare e mettere concretamente in atto il motto tutti per uno, uno per tutti, assicurando che insieme si possa partecipare alla costruzione di una vera Europa della Difesa. L’analisi di Michele Nones, vicepresidente dell’Istituto affari internazionali (Iai)
Limiti e rischi della proposta europea per gli acquisti militari comuni. Scrive Nones
C’è ancora molta strada da fare per realizzare una Difesa comune europea. Nonostante siano diverse le iniziative implementate a livello Ue per rafforzare le capacità di Difesa nel campo delle acquisizioni militari, presentano ancora diversi limiti. Dall’utilizzo di un modello obsoleto a una miopia strategica, dal numero esiguo di Stati coinvolti al delicato ruolo giocato dalle istituzioni Ue. Ne parla Michele Nones, vicepresidente dell’Istituto affari internazionali (Iai)
Spunti per il futuro ministro della Difesa. Scrive Nones (Iai)
Di fronte a una scarsa attenzione verso la Difesa, la speranza è che il nuovo governo mantenga gli impegni presi e riorganizzi lo strumento militare. Da una maggiore fiducia nelle Forze armate a una politica industriale adeguata, fino a rendere più trasparente la collaborazione parlamentare. Sono solo alcuni degli obiettivi delineati da Michele Nones, vicepresidente dell’Istituto affari internazionali (Iai), per il prossimo ministro della Difesa
Tre ragioni che confutano le tesi anti 2% secondo Nones (Iai)
Nel dibattito in corso intorno al 2% chi si dichiara contrario lo fa sulla base della crisi economica che distoglie da altre priorità, sul supposto che l’acquisto di armi vada a discapito di infrastrutture pubbliche come scuole o ospedali, e chi sostiene che le nostre spese per la Difesa arrivino già al 2% del Pil. Tre visioni confutabili, secondo il vice presidente Michele Nones (Iai) di cui condividiamo la riflessione pubblicata su Affarinternazionali
Avio Aero nell'EuroDrone. Una buona notizia per l'Italia (e l'Europa)
La scelta del motore italiano per equipaggiare l’EuroDrone è una bellissima notizia, per gli attori coinvolti e per l’Italia. Anche per l’Europa, rappresenta un esempio virtuoso di come si possano garantire alla Difesa comune i prodotti e gli strumenti migliori, al di là degli interessi dei singoli Paesi a vantaggio delle necessità comuni
Come si è evoluto il mercato della Difesa negli ultimi 10 anni. Scrive Nones
Dai trend delle spese militari alla produzione di armamenti, dalle innovazioni al progetto europeo della difesa comune, l’analisi a tutto tondo del vicepresidente dell’Istituto Affari Internazionali (IAI), Michele Nones, pubblicata su AffarInternazionali, in merito allo stato dell’arte e all’espansione del mercato internazionale della Difesa
Retelit, tra internazionalizzazione e interessi nazionali. Il commento di Nones
Tra fibra ottica e cavi sottomarini, tra Mediterraneo e Libia, c’è un preciso interesse nazionale per garantire che il gruppo Retelit possa continuare a mantenere un’identità italiana. Il commento di Michele Nones, vice presidente dell’Istituto affari internazionali, Iai
L'EuroDrone e la partita per i motori. Il punto di Michele Nones
Sull’EuroDrone si sta consumando una partita delicata. Per i motori concorrono l’italiana Avio Aero (con il nuovo motore Catalyst) e la francese Safran. In un mondo perfetto il prime contractor Airbus Germany dovrebbe proporre ad Occar la soluzione migliore per costi, prestazioni, affidabilità, maturità tecnologica. Nel mondo reale, invece, soprattutto in Francia e in Germania è partita una campagna di opinione di sostegno alla proposta francese. L’analisi di Michele Nones, vice presidente Iai
L'export militare e lo sfratto dalla base di Al Minhad. Scrive Michele Nones
Lo sfratto dato dagli Emirati Arabi alla nostra base di Al Minhad mostra quanto pesanti possano essere le conseguenze di decisioni sull’export di armamenti per i nostri interessi militari, economici, finanziari e politici. Ci sono tre modi (concreti) per correggere la rotta. Il punto di Michele Nones, vice presidente dell’Istituto affari internazionali