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Avio Aero nell'EuroDrone. Una buona notizia per l'Italia (e l'Europa)

La scelta del motore italiano per equipaggiare l’EuroDrone è una bellissima notizia, per gli attori coinvolti e per l’Italia. Anche per l’Europa, rappresenta un esempio virtuoso di come si possano garantire alla Difesa comune i prodotti e gli strumenti migliori, al di là degli interessi dei singoli Paesi a vantaggio delle necessità comuni

Come si è evoluto il mercato della Difesa negli ultimi 10 anni. Scrive Nones

Dai trend delle spese militari alla produzione di armamenti, dalle innovazioni al progetto europeo della difesa comune, l’analisi a tutto tondo del vicepresidente dell’Istituto Affari Internazionali (IAI), Michele Nones, pubblicata su AffarInternazionali, in merito allo stato dell’arte e all’espansione del mercato internazionale della Difesa

Retelit, tra internazionalizzazione e interessi nazionali. Il commento di Nones

Tra fibra ottica e cavi sottomarini, tra Mediterraneo e Libia, c’è un preciso interesse nazionale per garantire che il gruppo Retelit possa continuare a mantenere un’identità italiana. Il commento di Michele Nones, vice presidente dell’Istituto affari internazionali, Iai

L'EuroDrone e la partita per i motori. Il punto di Michele Nones

Sull’EuroDrone si sta consumando una partita delicata. Per i motori concorrono l’italiana Avio Aero (con il nuovo motore Catalyst) e la francese Safran. In un mondo perfetto il prime contractor Airbus Germany dovrebbe proporre ad Occar la soluzione migliore per costi, prestazioni, affidabilità, maturità tecnologica. Nel mondo reale, invece, soprattutto in Francia e in Germania è partita una campagna di opinione di sostegno alla proposta francese. L’analisi di Michele Nones, vice presidente Iai

L'export militare e lo sfratto dalla base di Al Minhad. Scrive Michele Nones

Lo sfratto dato dagli Emirati Arabi alla nostra base di Al Minhad mostra quanto pesanti possano essere le conseguenze di decisioni sull’export di armamenti per i nostri interessi militari, economici, finanziari e politici. Ci sono tre modi (concreti) per correggere la rotta. Il punto di Michele Nones, vice presidente dell’Istituto affari internazionali

Un tavolo interministeriale per l'export della Difesa. La proposta di Nones

Pensare di regolamentare l’interscambio di equipaggiamenti militari con vecchie regole è come provare a regolamentare il traffico aereo con le norme e le procedure in vigore quando c’erano solo gli aerei a elica. Michele Nones, vice presidente dell’Istituto affari internazionali, rilancia la proposta per risvegliare il Cisd, comitato interministeriale introdotto nell’85, ma poi cancellato nel ’93. Ecco perché

A cosa (non) serve fermare l'export militare. Scrive Nones

Lo stop all’export verso Arabia Saudita ed Emirati? Tutti i politici italiani coinvolti sembrano non sapere che un embargo deciso a livello nazionale non può avere alcun effetto, nemmeno se lo fa una grande potenza. Figurarsi se si tratta di una media potenza come l’Italia. L’impatto, piuttosto, è sulla nostra credibilità. L’analisi di Michele Nones

La Forze armate ci difenderanno (anche) dal Covid. Ecco perché

Michele Nones, vice presidente dell’Istituto affari internazionali, spiega perché Mario Draghi ha scelto il generale Francesco Paolo Figliuolo quale commissario straordinario all’emergenza. Meglio Amazon? No, le nostre Forze armate hanno raggiunto, in sedici anni di reclutamento volontario, un elevato grado di professionalità che hanno costantemente dimostrato su più fronti

arabia saudita

Perché lo stop all'export militare è inutile (e ipocrita). Scrive Nones

L’embargo militare si è dimostrato sempre molto debole, a parte rare eccezioni. Può avere efficacia se adottato a livello internazionale, ma non sicuramente a livello nazionale. Inoltre, se limitato a prodotti facilmente reperibili sul mercato è completamente inutile, e anche un po’ ipocrita. L’analisi dell’esperto Michele Nones

Tempest e sesta generazione. I rischi del ritardo italiano spiegati da Nones (Iai)

Il programma per un velivolo da superiorità aerea di sesta generazione è stato lanciato dal Regno Unito nel luglio 2018 con il nome Tempest e con uno stanziamento iniziale di 2 miliardi di sterline fino al 2025 (circa 2,2 miliardi di euro). Potrebbe sembrare una decisione prematura, prevedendo più di quindici anni per arrivare al primo volo, ma le lezioni…

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