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Avatar About Paolo Bonari

Presso l'Università di Bologna, ho conseguito una Laurea in scienze della comunicazione, nonché una Laurea specialistica in scienze della comunicazione pubblica, sociale e politica, ma comunicare non mi piace, e non sono bolognese. Presso l'Università degli Studi di Firenze, poi, ho frequentato la Scuola di Dottorato in Filosofia, ma la filosofia è noiosissima, a volte, e non sono fiorentino, comunque. Ho partecipato, in qualità di relatore, a convegni internazionali, qua e là, ma ho paura di volare - cioè, volare va bene, sarebbe bellissimo, è l'aeroplano che è un'idea sbagliata. Nato sul crinale che separa la Val d'Orcia dalla Val di Chiana, e pure quello è uno scontro di civiltà.

La teoria dell'osteria

Vero: quelli non sono fascisti, non dobbiamo peccare di pigrizia definitoria - nazisti, però, sì, al limite. Paroloni sprecati, comunque, per qualcosa che è più quotidiano, banale, abitudinario: la teoria politica dell'osteria contemporanea, perché non ci sono più le osterie di una volta. In essa, la discussione calcistica è bandita, attualmente, perché non favorisce più come un tempo quelle emozionanti…

Il più grave sperpero pubblico

Quanto del nostro tempo se ne va, discutendo (del)l'indiscutibile? Sembra che, in Italia, lo sperpero dell'impegno e dell'ingegno di tutti sia il movente delle giornate di alcuni. Napolitano contattò Monti? Uau, che scoop. De Benedetti influisce sulle strategie del progressismo italiano? Ma davvero? E dài, tutti a commentare l'ovvio, e qualcuno a scandalizzarsi, addirittura: mah. Un complottista potrebbe anche ipotizzare…

Il "Paese normale" e Renzi

La speranza di Renzi: se tutto va come deve andare, nessuno si ricorderà più della staffetta, nel giro di poco tempo. La mia preoccupazione: in un "Paese normale", sì, sarebbe così, di fronte a quella mitragliata di riforme che si aspettavano da decenni e che nessuno era riuscito a portare a termine. Cioè, l'eccellenza di un'azione di governo incisiva e…

(De) Benedetti politici

Che cosa ci sia da stupirsi non si sa: che Carlo De Benedetti, nonché il suo sempiterno scudiero Eugenio Scalfari, da quasi quarant'anni, tentino di orientare o governare i destini del progressismo italiano è noto ai più. Forse, l'anatomia di quell'influenza è ancora da investigare, nel dettaglio, ma qualcuno ci ha provato, e corre voce che Ingegnere e Fondatore non…

Renzi, l'infedele

Non mi fa né caldo né freddo che alcuni ministri renziani possano essere degli ultra-settantenni: la polemica generazionale, oltre che una noia mortale, è l'argomento di chi non ha altri argomenti, e conosco fin troppo bene i trentenni, miei coetanei: preferisco i novantenni. Né caldo né freddo anche i numeri: i ministri saranno più di dieci? Certamente. Mi ricordo di…

Coraggio, renziani

Per me, la "questione generazionale", dal punto di vista della formazione delle élites politiche, non ha mai avuto alcun senso, perché non è quello il nodo da sciogliere: che ce ne faremmo di un D'Alema dai baffi ancora neri, di un Fassino con vent'anni di meno (e venti chili di più, magari), di un Bersani meno stempiato? Altro è scardinare…

Renzi e la rivoluzione liberale (e mentale)

La nuova e diffusissima ideologia: l'Italia starebbe benissimo, se non fosse per l'Europa, per le Banche, eccetera. Come combatterla? Difficile. Definizione improvvisata: un'ideologia è un sistema (troppo) coerente di pensieri che agevola il disimpegno dalle proprie responsabilità, l'auto-assoluzione e la creazione ingente e ricorrente di capri espiatori. Ben più oneroso, invece, è mettersi a criticare sé stessi, e non imputare…

Un Papa "superficiale"?

Riguardo agli slogan che Francesco, con aria sbarazzina, lancia in pasto ai media, senza tante spiegazioni: è vero, questo è quanto accade. Avremo mica un Papa "superficiale"? L'interrogativo è un po' blasfemo, ma c'è da chiedersi perché mai i tanti che hanno messo in guardia, nel corso di questi decenni, dalle qualità retoriche di certi bravissimi comunicatori, che sarebbero ripetutamente…

Renzi: prima di lui, il deserto

Era incompetenza? Carenza di "cultura della progettualità"? Viltà? Renzi vorrà dimostrare che, prima di lui, il deserto: che, cioè, le riforme fosse possibile farle, e velocemente, proprio come le farà lui, ma che, per uno o più di quei motivi, non siano state attuate. Proprio vero che questa è la post-politica, se si intende la politica come quell'arte del compromesso…

E se Renzi...

E se Renzi, poi, per quanto in condizioni difficili, e senza la legittimazione del voto popolare, riuscisse a dimostrare, una volta al governo, che le riforme sono possibili in quattro e quattr'otto, senza le lungaggini e le tiritere di tutti questi decenni? Ci lascerebbe a bocca aperta. Alcuni esclamerebbero: "Forte, 'sto ragazzo!"; altri: "So' quelli di prima che erano tutti…

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