Il dibattito sul possibile ritorno della leva riemerge anche in Italia, mentre diversi Paesi europei sperimentano nuovi modelli di servizio militare. Tra volontarietà, riserve tecnologiche e impieghi territoriali, prende forma l’ipotesi di un modello italiano. Sullo sfondo, le tensioni evidenziate dal caso dell’università di Bologna. L’intervista di Airpress al generale Luca Goretti
Riccardo Leoni
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Sale la produzione asiatica ed europea, frena quella cinese. Cosa dice il Report Sipri sull’industria militare
Secondo l’ultimo report Sipri, la produzione mondiale di armamenti si conferma in ascesa. Nel 2024, i ricavi delle 100 aziende leader del settore sono andati oltre il mezzo triliardo di dollari. Benché le aziende Usa restino in cima alla classifica, la scalata da parte degli attori asiatici ed europei è cominciata, a riprova del mutamento strutturale delle dinamiche geopolitiche e delle tensioni che attraversano le varie aree del mondo
Una cupola per la difesa europea. Cos’è l’ambizioso Michelangelo Dome di Leonardo
Leonardo ha presentato il Michelangelo Dome, una piattaforma pensata per integrare e coordinare sistemi di difesa eterogenei in un’unica architettura multidominio. Un progetto che ambisce a superare la frammentazione europea e a mettere in comunicazione tecnologie diverse e non progettate per interoperare. Una volta operativo, potrebbe rappresentare una possibile chiave di volta nel complesso mosaico della difesa del Vecchio continente
Dagli Stati Uniti all’Europa, l’industria della Difesa al bivio tra passato e futuro
In America gli unicorni della Silicon Valley sfidano la lentezza e la farraginosità degli storici contractor del Pentagono, mentre in Europa è sempre più netta la divisione tra i Paesi che vedono nell’industria un prolungamento della propria sicurezza nazionale e quelli che agiscono ancora con un’agenda export-oriented. Le due tendenze, seppur diverse nel loro manifestarsi, sono conseguenze della medesima causa: la crisi del modello multilaterale
Berlino stacca gli europei e insegue Cina e Usa nello spazio. Ecco la strategia spaziale tedesca
La Germania ha finalmente svelato la sua strategia spaziale. Comunicazioni, intelligence, vettori riutilizzabili, ma anche capacità potenzialmente offensive. Con una dotazione di 35 miliardi di euro in quattro anni Berlino punta ad entrare nell’olimpo delle nascenti potenze spaziali, appena dietro Cina e Stati Uniti. E a distanze “siderali” dagli altri Paesi europei
Avviso ai naviganti: fra Trump e Musk è pace spaziale
Un appalto da due miliardi, la nomina a lungo attesa di un suo stretto alleato al vertice della Nasa, e ora anche una puntata alla cena di Stato alla Casa Bianca con il principe saudita. A diversi mesi dalla rottura ufficiale, Donald Trump ed Elon Musk sembrerebbero pronti a riavvicinarsi
Il terzo satellite Cosmo-SkyMed lascia Roma per andare nello spazio (via California)
Il terzo satellite di seconda generazione della costellazione Cosmo-SkyMed è pronto per il lancio negli Stati Uniti. Frutto della collaborazione tra ministero della Difesa, Asi e industria nazionale, il programma combina radar ad altissima risoluzione e applicazioni duali, civili e militari. La filiera italiana, guidata da Leonardo con Thales Alenia Space, Telespazio ed e-Geos, conferma le competenze tecnologiche del sistema-Paese e consolida la posizione dell’Italia tra i protagonisti globali dell’osservazione della Terra
Italia e Germania insieme nel rilancio europeo. Il racconto dalla Festa della Bundeswehr
A 70 anni dalla nascita della Bundeswehr, Berlino si trova nel mezzo di una profonda ristrutturazione delle sue prerogative strategiche. Al centro di questo sforzo, un rinnovato slancio nella cornice europea e in quella atlantica. A ribadirlo è anche l’ambasciatore Bagger, che ha sottolineato il ruolo di primo piano che l’Italia e la Germania sono chiamate a ricoprire
Procurement, sarà buy American vs buy European? Non necessariamente
La riforma del procurement del Pentagono apre una nuova fase nei rapporti industriali e strategici tra Stati Uniti ed Europa. Trump chiede che gli europei comprino americano, mentre a Bruxelles si guarda più all’industria domestica per guidare il riarmo. Le due posizioni non sono inconciliabili, ma perché si possa trovare la quadra sarà necessario un approccio pragmatico, tanto nel vecchio continente quanto nel nuovo
Rivoluzione nel procurement Usa. Ecco cosa cambia con la riforma Hegseth
Il nuovo Pentagono di Donald Trump intende tentare un’impresa storica: rivoluzionare il complesso e stratificato sistema di acquisizioni della Difesa Usa. Fuori le lungaggini burocratiche e dentro con rapidità e approcci che ricordano quelli del settore privato. L’obiettivo è accelerare le forniture in patria e all’estero, con lo sguardo puntato su Pechino e i suoi crescenti ritmi produttivi
















