Le reazioni alle sue parole su Israele e Gaza appaiono eccessive e viziate da pregiudizio. Invece di un dibattito sui fatti e sulla deontologia giornalistica, si è scatenata una caccia alle streghe. Ma esiste davvero una mancanza di prove concrete su mitragliamenti sistematici contro civili inermi? E, al contrario, ci sono evidenze che smentiscano la sua tesi? Roberto Arditti ha esaminato fonti autorevoli e bilanciate per rispondere
Roberto Arditti
Leggi tutti gli articoli di Roberto Arditti
Quando la scienza piega la testa all’ideologia. Scrive Arditti
Sorprende e amareggia la decisione del Festival della Scienza di Genova di rinunciare alla tradizionale sponsorizzazione di Leonardo, azienda leader del comparto tecnologico e industriale italiano, che non solo è la prima realtà nazionale della difesa, ma anche un campione mondiale nell’aerospazio civile, nella cybersicurezza, nell’elettronica avanzata
Shalom, la lezione indonesiana all'Onu. Il commento di Arditti
Il presidente indonesiano ha rilanciato con forza la soluzione “due popoli, due Stati”, sottolineando che “non possiamo vivere di odio e sospetto”. E ha chiuso il suo intervento con un gesto altamente simbolico: ha salutato con espressioni religiose di più fedi, fino a pronunciare un “Shalom” che in ebraico significa pace. Un segnale straordinario, perché un leader con centinaia di milioni di cittadini islamici “dentro casa” ha scelto di usare la parola simbolo del popolo ebraico
La morte di Kirk porta la pace tra Musk e Trump. Scrive Arditti
Questa alleanza non è solo una tregua, ma una strategia. Musk può finanziare campagne anti-censura e potenziare X come megafono Maga; Trump può mobilitare le masse con il suo carisma. Insieme, sono una minaccia per i democratici, già indeboliti dalla sconfitta di Harris
Il sentiero stretto (ma non impraticabile) di Netanyahu. Scrive Arditti
Netanyahu cammina su un sentiero stretto: deve gestire l’interno, con proteste contro il suo governo, e l’esterno, con pressioni globali. Ma non è impraticabile. Se Bibi sfrutterà questa forza relativa, potrebbe trasformare la sconfitta del 2023 in una vittoria strategica duratura. Il Medio Oriente non è un salotto ideologico: è un’arena dove contano i fatti, non gli slogan. L’opinione di Roberto Arditti
Putin, il predatore, is back. Arditti spiega perché ora
Pensare di fermare Putin con sanzioni blande o diplomazia morbida è un’illusione. L’attacco al volo di von der Leyen è un monito: la guerra ibrida colpisce ovunque, dai cieli alle infrastrutture. L’Europa deve smettere di scrivere lettere e passare ai fatti: rafforzare Galileo come alternativa al Gps, investire miliardi in cyber-difesa, coordinarsi con la Nato senza esitazioni
La guerra non è materia da comunicati stampa, vedere per credere. L'analisi di Arditti
Al termine di una delle settimane più drammatiche dall’inizio del conflitto, emerge una verità scomoda: la forza sul campo e la capacità di infliggere colpi strategici determinano la credibilità politica. Zelensky ha dimostrato di poter colpire obiettivi vitali, mentre Putin ha rilanciato con la potenza bruta, mostrando che nessun simbolo è fuori dal raggio d’azione. Nella guerra moderna, chi domina la tecnologia e la logistica impone il ritmo anche al discorso diplomatico
Prodi e l’Europa. Ma un po’ di autocritica mai? Scrive Arditti
La verità è che a Prodi e alla sua generazione politica manca il coraggio di riconoscere i fallimenti. Preferiscono rifugiarsi nella retorica dell’allarme democratico e nella ricetta facile del centralismo europeo. Ma la storia recente ci dice che non basta invocare l’Europa: occorre costruirne una nuova, fondata su responsabilità condivise, rispetto delle identità nazionali e capacità reale di competere con le grandi potenze globali
Modi, prove tecniche da leader globale. Scrive Arditti
Mentre Trump e Putin trattano in Alaska, Modi parla al mondo. La sua India non è solo un gigante demografico, ma una potenza che detta le proprie regole, protegge i propri confini e produce le proprie tecnologie. In 103 minuti, il premier traccia una rotta che fa di Nuova Delhi un attore centrale in un mondo frammentato, capace di dialogare con l’Occidente senza sottomettersi e di contenere la Cina senza conflitti aperti
Non possiamo regalare la Russia alla Cina. Il summit di ferragosto visto da Arditti
Identificare la Russia solo con Putin e, di conseguenza, con un nemico da isolare, è una semplificazione pericolosa. Se questo approccio diventasse linea d’azione, l’esito sarebbe certo: spingere Mosca tra le braccia di Pechino, consegnando a Xi Jinping un alleato strategico di peso enorme. Non si tratta di minimizzare le responsabilità della leadership russa, ma la politica internazionale è un esercizio di realismo