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La guerra non è materia da comunicati stampa, vedere per credere. L'analisi di Arditti

Al termine di una delle settimane più drammatiche dall’inizio del conflitto, emerge una verità scomoda: la forza sul campo e la capacità di infliggere colpi strategici determinano la credibilità politica. Zelensky ha dimostrato di poter colpire obiettivi vitali, mentre Putin ha rilanciato con la potenza bruta, mostrando che nessun simbolo è fuori dal raggio d’azione. Nella guerra moderna, chi domina la tecnologia e la logistica impone il ritmo anche al discorso diplomatico

Prodi e l’Europa. Ma un po’ di autocritica mai? Scrive Arditti

La verità è che a Prodi e alla sua generazione politica manca il coraggio di riconoscere i fallimenti. Preferiscono rifugiarsi nella retorica dell’allarme democratico e nella ricetta facile del centralismo europeo. Ma la storia recente ci dice che non basta invocare l’Europa: occorre costruirne una nuova, fondata su responsabilità condivise, rispetto delle identità nazionali e capacità reale di competere con le grandi potenze globali

Modi, prove tecniche da leader globale. Scrive Arditti

Mentre Trump e Putin trattano in Alaska, Modi parla al mondo. La sua India non è solo un gigante demografico, ma una potenza che detta le proprie regole, protegge i propri confini e produce le proprie tecnologie. In 103 minuti, il premier traccia una rotta che fa di Nuova Delhi un attore centrale in un mondo frammentato, capace di dialogare con l’Occidente senza sottomettersi e di contenere la Cina senza conflitti aperti

Non possiamo regalare la Russia alla Cina. Il summit di ferragosto visto da Arditti

Identificare la Russia solo con Putin e, di conseguenza, con un nemico da isolare, è una semplificazione pericolosa. Se questo approccio diventasse linea d’azione, l’esito sarebbe certo: spingere Mosca tra le braccia di Pechino, consegnando a Xi Jinping un alleato strategico di peso enorme. Non si tratta di minimizzare le responsabilità della leadership russa, ma la politica internazionale è un esercizio di realismo

Alaska, istruzioni per l’uso. Scrive Arditti

Questo summit potrebbe ridisegnare mappe e alleanze. Resta da vedere se porterà pace o solo una tregua fragile. Ma per capire cosa sta succedendo occorre considerare tre aspetti chiave in vista del vertice. Ecco quali secondo Roberto Arditti

Un vertice per parlare al mondo. L'incontro Trump-Putin visto da Arditti

Il vertice sarà soprattutto un esercizio di comunicazione. Useranno l’incontro per parlare ai rispettivi pubblici e al mondo, dimostrando che il dialogo è possibile. Ma le distanze tra le loro posizioni restano enormi, e la strada verso una soluzione della crisi ucraina è ancora lunga

Sul caso Almasri la temperatura salirà, e non per l'effetto serra. Scrive Arditti

La decisione del Tribunale dei ministri, archiviazione per la premier e richiesta di autorizzazione a procedere per Piantedosi, Nordio e Mantovano, appare fragile nel merito, perché contraddice la logica di un governo che opera in modo coordinato. Separare Meloni dai suoi ministri è un’ipotesi che non regge alla prova dei fatti politici. Uno scontro, quello tra magistrati ed esecutivo, che non si esaurirà con il caso Almasri e che continuerà a segnare il dibattito pubblico italiano

Zelensky nel tunnel (senza uscita) della guerra. Scrive Arditti

Zelensky ha ampiamente dimostrato di reggere lo scontro con Putin, questo fa di lui un gigante da molti punti di vista. Oggi però non riesce a uscire dalla guerra, anche perché Mosca non glielo consente. E di quella guerra finisce per essere oggi prigioniero e, in prospettiva, vittima

L'Occidente ascolti la condanna di Hamas della Lega Araba. Scrive Arditti

Prima viene la legittimità interna, poi lo Stato internazionale. Se l’Europa si affrettasse a invertire questo ordine, rischierebbe di fare un favore proprio a chi vuole mantenere lo status quo: Hamas e i suoi sponsor. La dichiarazione della Lega Araba indica la strada per uscire dal conflitto, le mosse di Francia e Gran Bretagna rischiano di bloccarla

La questione palestinese non interessa più al mondo arabo. A cosa serve il muro del Cairo secondo Arditti

Il muro del Cairo è, nella sua materialità, la più drammatica e inoppugnabile dimostrazione di ciò che in molti fingono di non vedere: la questione palestinese non interessa più al mondo arabo. È diventata uno strumento utile solo per logorare Israele. Nessuno vuole risolverla. E il muro ne è il simbolo perfetto

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