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Ecco le strategie dei candidati sulla condanna di Trump

La campagna di Trump punta innanzitutto a cavalcare la tesi della persecuzione politico-giudiziaria. Il giorno stesso del verdetto, l’ex presidente ha tenuto un evento di fundraising a New York a cui, tra i vari miliardari, ha preso parte anche il ceo di Blackstone, Stephen Schwarzman. Anche Elon Musk ha difeso il candidato repubblicano. Ma se in termini di raccolta fondi la condanna ha rafforzato la campagna elettorale, la situazione appare più in chiaroscuro sul piano dei consensi popolari

Biden e Trump alla prova dei dibattiti presidenziali. Novità e obiettivi

Entrambi puntano a degli obiettivi politici. Il presidente in carica spera che un’eventuale buona performance nei dibattiti possa aiutarlo innanzitutto a risalire nei sondaggi e rassicurare quel pezzo di Partito Democratico che non lo ritiene in grado di vincere a novembre. L’altro ha bisogno dei confronti sulla scia dello slogan reaganiano che ha di fatto scelto per la sua campagna elettorale: chiedere, cioè, agli americani se stanno meglio oggi o quattro anni fa

E se fosse Nikki Haley la candidata vice di Trump?

Secondo una recente rilevazione del New York Times, il candidato repubblicano sarebbe avanti a Biden in cinque Stati chiave su sei (Pennsylvania, Arizona, Michigan, Georgia e Nevada). Si tratta di un dato significativo, ma è altrettanto vero che mancano più di cinque mesi alle presidenziali. Trump sa che, se vuole mantenere la rotta, deve ponderare bene la scelta del suo vice

Qual è il significato politico dello scontro tra Biden e Trump su Gaza. L'analisi di Graziosi

Lo scontro tra l’attuale presidente americano e il candidato Repubblicano su Gaza ha due ragioni, una interna e una esterna. Ad accendere la miccia la scelta di Biden di non fornire armi a Israele se dovesse procedere con l’invasione di Rafah. E all’orizzonte le elezioni di novembre

Trump amico della Russia? Non proprio. L'analisi di Graziosi

Se l’ex presidente Usa, candidato alle prossime presidenziali, non avesse dato il suo assenso, il pacchetto di aiuti all’Ucraina non sarebbe stato approvato dal Congresso come invece è accaduto. L’amministrazione Trump già in passato si era rivelata meno tenera con la Russia di quanto si raccontasse. L’analisi di Stefano Graziosi

Come sarà l'impatto della crisi mediorientale sulle elezioni americane

A settembre dell’anno scorso, varie fonti avevano riportato che l’inquilino della Casa Bianca fosse vicino a mediare con successo la normalizzazione dei rapporti tra Israele e Arabia Saudita: se ci fosse riuscito, il presidente avrebbe avuto un sostanziale risultato di politica estera da utilizzare in campagna elettorale. Tuttavia, il brutale attacco perpetrato da Hamas il 7 ottobre ha cambiato molte cose e ora la crisi mediorientale si affaccia su Usa2024

Così l'incognita di Robert Kennedy jr aleggia sulle elezioni americane

Il figlio di Bob Kennedy, Robert F. Kennedy jr., si è candidato in un primo momento alla nomination presidenziale del Partito Democratico, cambiando la sua affiliazione in “indipendente” lo scorso ottobre. Ecco quale impatto potrebbe avere la sua candidatura sul prossimo 5 novembre

Biden vs Trump, strategie a confronto. L'analisi di Graziosi

Entrambi i candidati affrontano dei rischi. L’approccio maggiormente “napoleonico” di Trump potrebbe portare l’ex presidente a un’eccessiva personalizzazione della campagna elettorale. Dall’altra parte, Biden deve comunque ricordare che, nel 2016, il tycoon vinse spendendo la metà dei soldi messi in campo da Hillary Clinton…

La sfida tra Biden e Trump passa anche dalla scelta dei candidati vice

La questione principale che si pone adesso è quella della scelta dei candidati alla vice presidenza. Un nodo, questo, che – a prima vista – sembrerebbe riguardare soltanto Trump. In realtà interessa anche Biden e ciascuna scelta potrebbe rivelarsi carica di conseguenze significative. Ecco tutti i nomi in ballo

Che cosa faranno gli elettori di Nikki Haley alle elezioni di novembre?

L’ex ambasciatrice all’Onu ha annunciato il proprio ritiro dalle primarie, rifiutandosi tuttavia di dare, almeno per il momento, l’endorsement a Trump. Un Trump che nel frattempo è stato decretato candidato presidenziale in pectore de facto dal Comitato nazionale del Partito Repubblicano. L’analisi di Stefano Graziosi

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