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La demagogia su libretti e certificati non rende stabili gli edifici

Il crollo di Torre Annunziata ha generato – come in altri casi analoghi – reazioni di vario tipo, generalmente prive di attinenza con il fatto di cronaca verificatosi. Dopo le improbabili proposte di fantomatici “libretti salvavita”, è giunta dal ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio l’idea di obbligare i proprietari intenzionati a vendere o ad affittare un immobile a dotarsi di un “certificato di stabilità”.

Nel merito, non può non rilevarsi che, a qualsiasi certificazione di tipo strutturale il ministro abbia voluto riferirsi, l’idea di condizionare la stessa ad una compravendita o ad una locazione sarebbe del tutto impraticabile per una serie di ragioni, a cominciare da quelle legate alla preponderante componente condominiale della proprietà in Italia, visto che il contratto riguarderebbe una singola unità immobiliare e la certificazione – necessariamente – l’intero edificio.

Il mercato immobiliare – già sofferente per una tassazione esasperata sul settore – sarebbe condotto alla paralisi. Ci aspetteremmo, poi, che iniziative di questo tipo riguardassero in primo luogo gli edifici pubblici: il Governo, le Regioni, i Comuni si sono già dotati del certificato in questione per tutti gli immobili di loro proprietà?

In linea generale, dobbiamo rilevare come questa proposta si ponga in netta contrapposizione con la scelta del governo Renzi – proseguita (fino ad oggi) dal governo Gentiloni – di affrontare il problema della sicurezza degli immobili attraverso la politica degli incentivi (vedi Sismabonus) e non con l’imposizione di obblighi generalizzati, che hanno il solo effetto di alimentare burocrazia e interessi, distogliendo l’attenzione dagli obiettivi reali.

Confedilizia sta lavorando con i massimi esperti e con le migliori Università perché il tema della sicurezza degli edifici venga affrontato in modo “alto”, senza atteggiamenti umorali, senza demagogia, senza condizionamenti. La strada da seguire ha due linee direttrici: incentivi sempre maggiori per gli interventi finalizzati alla sicurezza (anche in chiave antisismica) e controlli serrati su chi effettua interventi sugli immobili (per scongiurare i crolli derivanti da eventuali abusi). Il resto è superficialità.


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