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Abete, Bazoli, De Benedetti, Massiah, Lotito e Recchi vanno ad ascoltare Vegas (Consob). Le foto

Marco Tronchetti Provera
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Giovanni Bazoli
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Luigi Abete
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Giuseppe Recchi
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Giuseppe Recchi
Giuseppe Vegas

In assenza di un’adeguata fase di transizione il bail-in “si è rivelato uno shock normativo che ha contribuito a minare la fiducia nel sistema bancario”. Lo ha sottolineato il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, nel corso del suo intervento all’incontro annuale con il mercato finanziario, secondo cui il bail-in “ha anche ridotto, fin quasi ad azzerarlo, lo spazio di manovra della vigilanza preventiva”.

Le modalità concrete di attuazione del bail-in hanno introdotto elementi “fortemente discorsivi”, ha spiegato Vegas, “si è rivelata infelice e poco ponderata la scelta di adottare la nuova disciplina con effetto retroattivo. È una scelta che contrasta coi principi di fondo del diritto, va corretta quanto prima”.

Secondo Vegas, inoltre, “andrebbe riconsiderato anche il coinvolgimento degli obbligazionisti, per esempio introducendo una soglia di salvaguardia a 100.000 euro, analoga a quella prevista per i correntisti”. Con il bail-in, ha detto ancora Vegas, “stata modificata con un tratto di penna la natura di strumenti finanziari, come le obbligazioni subordinate, emessi e collocati anni prima. Prodotti a basso rischio, presenti nei portafogli di tanti piccoli risparmiatori, si sono trasformati di colpo in prodotti rischiosi e inadeguati”.

“Il primo e provvisorio bilancio di applicazione del bail-in non può dirsi positivo – ha concluso – Alla prova dei fatti, l’idea di circoscrivere ai soli investitori di una banca i costi del salvataggio si sta mostrando illusoria”.

(Testo: Askanews)
(Foto: Imagoeconomica/Sergio Oliverio)

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