Il 14 gennaio, sei giorni dall’insediamento del nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, Papa Francesco ha ricevuto il presidente palestinese Abu Mazen a Roma, in occasione dell’apertura della nuova ambasciata palestinese presso la Santa Sede, a Borgo Pio. L’ambasciata è stata aperta in virtù dell’accordo bilaterale, firmato nel 2015, in cui il Vaticano ha riconosciuto formalmente lo Stato della Palestina.
Al termine del colloquio, durato 23 minuti, Abu Mazen ha dichiarato che la possibilità di raggiungere la pace tra Israele e Palestina sarà seriamente compromessa qualora il presidente eletto degli Stati Uniti decidesse di spostare l’ambasciata americana a Gerusalemme. “Aspettiamo a vedere se accadrà. Se accadesse non aiuterebbe la pace e noi speriamo che non accada”, ha dichiarato Abbas ai giornalisti. Nelle brevi dichiarazioni rilasciate dai diplomatici vaticani, “Papa Francesco e il presidente palestinese si sono soffermati sul processo di pace nella regione, esprimendo la speranza che si possano riprendere i negoziati diretti tra le parti per giungere alla fine della violenza che causa inaccettabili sofferenze alle popolazioni civili e ad una soluzione giusta e duratura”.
Domenica prossima, poi, a Parigi, si terrà la “Conferenza sulla Palestina” che il governo francese ha voluto organizzare nonostante la mancata partecipazione di Israele, l’assenza tattica dello stesso Abu Mazen e il vuoto politico creato dagli Stati Uniti, impegnati nella transizione da Obama a Trump.
Era la quarta volta che Abu Mazen entrava in Vaticano.
(Foto di Imagoeconomica, Siciliani/Pool Vaticano)