Skip to main content

Addio all’attore Philippe Leroy. Le foto più belle di Pizzi

1 / 41
 Philippe Leroy
2 / 41
 Philippe Leroy
3 / 41
 Philippe Leroy
4 / 41
 Philippe Leroy
5 / 41
 Philippe Leroy
6 / 41
 Philippe Leroy
7 / 41
 Philippe Leroy e Giulietta Masina
8 / 41
 Philippe Leroy e Giulietta Masina
9 / 41
 Philippe Leroy
10 / 41
 Philippe Leroy
11 / 41
 Philippe Leroy
12 / 41
 Philippe Leroy
13 / 41
 Philippe Leroy e Ugo Tognazzi
14 / 41
 Philippe Leroy
15 / 41
 Philippe Leroy
16 / 41
 Philippe Leroy
17 / 41
 Philippe Leroy
18 / 41
 Philippe Leroy e Silvia Tortora
19 / 41
 Philippe Leroy
20 / 41
 Philippe Leroy e Edwige Fenech
21 / 41
 Philippe Leroy
22 / 41
 Philippe Leroy
23 / 41
 Philippe Leroy
24 / 41
 Philippe Leroy e Silvia Tortora
25 / 41
 Philippe Leroy e Silvia Tortora
26 / 41
 Philippe Leroy
27 / 41
 Philippe Leroy
28 / 41
 Philippe Leroy
29 / 41
Iris Peynado, Philippe Leroy
30 / 41
Stefania Sandrelli e Philippe Leroy
31 / 41
Stefania Sandrelli e Philippe Leroy
32 / 41
Stefania Sandrelli e Philippe Leroy
35 / 41
Philippe Leroy
36 / 41
 Philippe Leroy
37 / 41
Silvia Tortora e Philippe Leroy
38 / 41
Silvia Tortora e Philippe Leroy
39 / 41
Philippe Leroy e Silvia Tortora
40 / 41
Silvia Tortora e Philippe Leroy
41 / 41
Ugo Tognazzi e Philippe Leroy

Il primo giugno ci ha lasciato una leggenda del cinema: Philippe Leroy, morto a Roma, a 93 anni.

Nato a Parigi il 15 ottobre del 1930, erede di una famiglia aristocratica, a soli 17 anni si imbarca come mozzo su una nave per l’America. Tornato in patria finisce nella Legione Straniera e va a combattere in Indocina ed Algeria.

Arriva in Italia e grazie alle coproduzioni cinematografiche comincia a lavorare sia a teatro sia sul grande schermo.

Indimenticabile nella trasposizione di Sandokan nel ruolo di Yanez.

“Ho costruito con le mie mani cinque case. Nell’ultima – ricordava a 90 anni – un borgo incantato sulla via Cassia in cui ho vissuto con mia moglie Silvia (figlia di Enzo Tortora, madre di due figli amatissimi, scomparsa nel 2022) e con la mia famiglia, non c’è un pezzo di plastica, ma tutti mobili e oggetti in legno che ho lavorato, pezzo a pezzo. Come la mia vita…”.

Ecco qui le foto più belle tratte dall’archivio di Umberto Pizzi.

(Foto: Umberto Pizzi-riproduzione riservata)

 



×

Iscriviti alla newsletter