Francesco Totti a fine stagione dirà addio al calcio giocato. O, almeno, non vestirà più sul rettangolo verde la maglia giallorossa e la sua fascia da capitano. Lo scenario – di cui si discute da tempo – è stato di fatto annunciato dal nuovo direttore sportivo della Roma Monchi che durante la conferenza stampa di presentazione a Trigoria ha affermato che questo sarà l’ultimo anno da giocatore di Totti. Verso il quale l’ex Siviglia – destinato a diventare dal punto di vista tecnico la figura chiave della Roma americana – ha comunque speso parole di miele, con la conferma di volerlo al suo fianco da dirigente. Come, peraltro, prevede l’accordo siglato l’anno scorso da Pallotta e dal numero 10 giallorosso. Il quale non ha ancora speso una parola sul ritiro, troppo dispiaciuto per la fine di una storia iniziata quando aveva solo 16 anni.
Il 28 marzo del 1993 l’allora allenatore della Roma Vujadin Boskov lo spedisce in campo al posto di Ruggiero Rizzitelli: è la prima di una lunghissima serie di giornate da ricordare per il capitano giallorosso, che – per 24 anni consecutivi – ha solcare i campi da gioco in Italia e in Europa. Risultare sempre decisivo, anche passati i 40 anni.
Difficile indicare tutti i record che Totti ha abbattuto nel corso della sua carriera: giocatore con più presenze nella storia della Roma – e terzo nel campionato italiano alle spalle di due mostri sacri come Paolo Maldini e Javier Zanetti – recordman di gol in maglia giallorossa e secondo in tutta la Seria A (prima di lui solo Silvio Piola).
Per distacco il più grande giocatore tra quelli che hanno giocato tra le file romaniste nei quasi novant’anni di storia della società, tra i più acclamati di sempre dai tifosi e tra i più amati ancora oggi a livello mondiale.
Una carriera tutta spesa in giallorosso, nella quale è riuscito a togliersi meno soddisfazioni di quelle che avrebbe certamente ottenuto se fosse andato a giocare in una squadra più vincente. Il suo bottino è di uno Scudetto – vinto da capitano all’età di 24 anni nel giugno del 2001 – e poi di due Coppe Italia e due Super Coppe Italiane. Successi ai quali aggiungere il trionfo con la nazionale italiana ai mondiali del 2006 in Germania, dove Totti – seppur reduce da un pesante infortunio – riuscì ad essere comunque decisivo con un gol agli ottavi di finale contro l’Australia. L’anno successivo – nel 2007 – vince la Scarpa d’oro, il premio che viene tributato ogni anno al cannoniere più prolifico tra tutti i campionati europei.
Quelle che restano, salvo sorprese non alle viste, saranno le sue ultime domeniche da giocatore e da capitano della Roma. Ma il suo nome è destinato a rimanere scritto nella storia.
I tifosi giallorossi e il calcio non solo italiano gli devono molto.