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Amato e Cassese presentano “Il colle più alto” di Marco Pacelli e Giorgio Giovannelli. Le foto di Pizzi

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Giuliano Amato e Giorgio Giovannetti
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Giorgio Giovannetti, Giuliano Amato e Ruggero Po
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Giuliano Amato e Sabino Cassese
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Giorgio Giovannetti e Giuliano Amato
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Marco Pacelli e Giuliano Amato
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Marco Pacelli, Giuliano Amato, Ruggero Po, Sabino Cassese e Giorgio Giovannetti
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Pasquale De Lise, Marco Pacelli e Giuliano Amato
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Marco Pacelli
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Marco Pacelli e Giorgio Giovanetti
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Marco Pacelli e Ugo Zampetti
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Pasquale De Lise
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Pasquale De Lise e Marco Pacelli
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Ruggero Po
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Sabino Cassese e Ruggero Po
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Ugo Zampetti
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Giorgio Giovannetti
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Lunedì 12 febbraio presso la Sala Igea dell’Istituto della Enciclopedia Italiana, è stato presentato il volume di Mario Pacelli e Giorgio Giovannetti dal titolo “Il colle più alto. Ministero della Real casa, Segretariato generale, Presidenza della Repubblica” con l’introduzione di Giuliano Amato.

Da Vittorio Emanuele II a Carlo Azeglio Ciampi. Gli uomini, le storie, gli apparati di una delle istituzioni italiane più influenti e meno conosciute. “Chi ama le vicende istituzionali e soprattutto gli aneddoti dai quali sono quasi sempre punteggiate; chi è attratto dagli interna corporis, curioso di sapere ciò che essi, in quanto tali, sono tenuti a nascondere; chi della storia ama conoscere non solo l’essenziale (a cui gli storici, ciascuno dal suo punto di vista, la riducono), ma anche l’inessenziale; chi è attratto, insomma, da uno o più di questi piaceri, troverà il libro di Giovannetti e Pacelli godibilissimo”. Così recita uno stralcio dell’introduzione firmata da Amato.

All’incontro moderato da Ruggero Po, oltre agli autori e ad Amato, erano presenti il costituzionalista Sabino Cassese e il giudice Pasquale De Lise.

Aggiunge Amato nella sua introduzione “né la godibilità va a scapito qui della serietà del lavoro e della affidabilità delle informazioni e dei dati che esso fornisce. Le fonti sono d’archivio e i percorsi storici sono tracciati con assoluta precisione. L’arco storico coperto è molto lungo, va dallo statuto albertino agli anni di Ciampi. Si raccomanda qui il self restraint nell’anticipare al lettore ciò che potrà trovarvi gli autori gli offrono degli autentici fuochi d’artificio e questi – come è noto – non si possono raccontare”.

(Foto Umberto Pizzi – riproduzione riservata)


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