È stato presentato ieri a Roma, presso la Sala del Trono di Palazzo Altieri, “Francesco Merloni. Il secolo dello sviluppo. Internazionalizzazione e coscienza territoriale”, il saggio scritto da Giorgio Mangani, docente di geografia culturale presso l’Università di Bologna e manager di imprese ed istituzioni culturali, dedicato ad uno dei più grandi industriali del nostro tempo, fra i protagonisti indiscussi del cosiddetto “miracolo economico” italiano.
All’incontro hanno preso parte personalità di spicco del mondo politico e culturale del Paese quali Mario Draghi, Romano Prodi e Gianni Letta. Dopo l’introduzione dell’autore, Mangani, si sono succeduti gli interventi di Giuliano Amato, presidente Emerito della Corte Costituzionale, del giornalista Ferruccio de Bortoli e di Marinella Soldi, presidente della Rai, nonché un saluto del presidente Francesco Merloni.
In oltre trecento pagine, Giorgio Mangani ripercorre con coscienza critica la storia e la cultura imprenditoriale italiane attraverso successi, sconfitte, battaglie e progetti di Francesco Merloni ispirati con tenacia dall’ambizione di trovare “una terza via” tra collet-tivismo e liberismo, una coniugazione possibile tra competizione globale, radicamento territoriale e responsabilità sociale d’impresa.
“Una flessibilità nell’economia, nella società e persino nella morale. Questo – ha detto Mangani – uno dei capisaldi dell’operato di Francesco Merloni, accanto alla capacità e al coraggio di intraprendere ed innovare. La stessa flessibilità che la Ariston applica nelle sue scelte industriali, nella capacità di adattarsi ai luoghi, ai contesti. Da qui una internazionalizzazione che cerca di rendersi conto di dove opera, nelle Marche o a Saigon, adattandosi ai luoghi, alla loro storia, ai loro saperi. Del resto – ha proseguito Mangani – è questo il messaggio del libro che, nonostante affronti argomenti economici, par-la molto di culture, di persone, e di luoghi”.
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(Imagoeconomica)