Lucia Annunziata, Giuliano Amato, Massimo Giannini si sono trovati ieri a Roma per presentare l’ultimo libro scritto dalla giornalista e conduttrice di In Mezz’Ora, intitolato “L’inquilino”e pubblicato da Feltrnelli.
Pizzicati da pizzi tanti dei presenti: Peppe Provenzano, Matteo Ricci, Francesco Boccia, Luigi Zanda solo per fare quacleh nome.
“Mi è capitato di essere candidato al Quirinale da quando avevo i calzoni corti – ha ironizzato Amato – chi vive accanto alla vicenda politica riconosce i protagonisti e questo rende piacevole la lettura di questo libro. Da Monti in qua – ha osservato ancora – tutti i presidenti del Consiglio che abbiamo avuto sono stati ‘inquilini’ della Repubblica, perché la politica ha sempre considerato una propria prerogativa scegliersi il presidente del Consiglio tra quelli che la esprimono, cioè gli eletti che non solo vengono dal Parlamento ma sono tra quelli che ha identificato come i suoi possibili massimi dirigenti. I tecnici non sono tra questi. Che cosa è successo alla politica che per dieci anni ha espresso inquilini a Palazzo Chigi? L’inquilino viene fuori nei momenti di crisi. Il sistema politico si è spappolato”. La “stabilizzazione” della politica, per Amato e’ “il recupero del rapporto con le persone”.
Sulle ragioni della vittoria di Meloni ha offerto la sua lettura anche Lucia Annunziata, che vede una continuità non solo col populismo degli ultimi anni ma con quello storico: “Quello di Giorgia Meloni è il peronismo. Nel peronismo c’era un rapporto molto chiaro tra il popolo e chi comandava. C’è la massa dei diseredati e una figura sola che dice ‘io vi salverò’. L’attuale governo ha invertito la rotta ma il problema vero per la Meloni sarà rifare le istituzioni”.
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