Aspen Institute Italia con la collaborazione di Intesa Sanpaolo e il contributo di Fondazione Banca del Monte di Lombardia e Leonardo ha promosso il 26 novembre scorso, presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi di Pavia, la Conferenza internazionale aperta alla stampa e in modalità ibrida “La battaglia di Pavia e il futuro della difesa europea (1525-2025)”.
All’incontro ha partecipato il presidente di Aspen Institute Giulio Tremonti e, in collegamento, anche il vicesegretario generale della Nato Mircea Geoanã. Ospiti tra gli altri anche Stefano Lucchini, chief institutional affairs and external communication officer Intesa Sanpaolo, Luciano Carta, presidente di Leonardo, Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy.
“Finita la guerra fredda, nei decenni di pace portata dalla globalizzazione si pensava che la guerra fosse scomparsa” ma “poi con la fine della globalizzazione la storia è tornata e la guerra è tornata a essere dimensione in un ‘mundus furiosus'”. Queste le parole del presidente dell’Aspen Institute Italia e presidente della Commissione Esteri della Camera Giulio Tremonti al convegno. “Oggi – ha sottolineato Tremonti – si affaccia una grande novità politica in Europa. Nello straordinario e visionario manifesto di Ventotene per un’Europa libera e unita veniva sognata un’Europa con una politica estera e un esercito comune. Nel 2003 a Bruxelles fu proposta durante il semestre di presidenza italiano l’emissione di eurobond per finanziare infrastrutture e la difesa europea. Diciannove anni fa era forse un po’ troppo avanza, il momento oggi è arrivato, con l’emissione di eurobond per la pandemia e, si spera, non solo per quello”.
“La riflessione promossa da Aspen Institute sul cinquecentesimo anniversario della battaglia di Pavia, che ricorre nel 2025 – ha altresì detto Stefano Lucchini – va dritta al cuore dei complessi problemi della nostra epoca e dei cambiamenti strutturali negli equilibri mondiali che sono in corso. Il perno della questione mi sembra, come ben indica il Rapporto presentato oggi, in quale misura la tecnologia possa influenzare la struttura politica di riferimento e la sicurezza internazionale, tema che si sviluppa sul terreno della cooperazione, della nuova difesa europea e dello sviluppo industriale”.
L’aggressione russa all’Ucraina “ha cambiato gli scenari politici europei. Ci ritroviamo a parlare di difesa europea che sembrava una cosa del secolo scorso”. Così Luciano Carta, durante il suo intervento. Per questo, ha evidenziato “la sicurezza e la difesa sono presupposti imprescindibili per la sostenibilità sociale ed economica e tali strumenti devono essere forniti da un’industria europea forte e sostenibile. Non possiamo contare sempre sul supporto statunitense, l’Europa deve essere consapevole di essere in grado di difendersi da sola. La garanzia di sicurezza e’ un fondamento del patto tra stato e cittadino, la maggior autonomia europea nella difesa richiede capacità operative, tecnologiche e industriali. Non stiamo affrontando un’emergenza grave ma contingente come il Covid ma una sfida sistemica che richiede interventi di lungo termine”. Nella difesa, ha osservato Carta, va considerata anche “la disinformazione” che attacca le società “non attraverso il lancio volantini come un tempo ma con l’uso della tecnologia quale l’Intelligenza artificiale per indirizzare la disinformazione su target prescelti”. Alla luce di tutto questo, ha proseguito il presidente di Leonardo, sono importanti gli investimenti. “Nel 2021 il budget europeo è stato di 220 miliardi, se i Paesi dovessero raggiungere il 2% del Pil il valore aumenterebbe di 60-70 miliardi l’anno. E questo non e’ che un punto di partenza. La Polonia si è data l’obiettivo del 5%. La Gran Bretagna del 2,5%. È indispensabile che a questi annunci seguano i fatti. Non sarà facile vista la difficile situazione economica, ma non ci si può sottrarre”.
“Siamo dipendenti dagli Usa per la difesa, tentiamo di liberarci della sudditanza dalla Russia per l’energia e rischiamo una sudditanza tecnologica dalla Cina”, dobbiamo costruire in fretta “l’autonomia strategica sulla difesa – non basta una forza di intervento rapido -, l’autonomia sull’energia e l’autonomia sul digitale. Sono questi i tre pilastri”. Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervenendo a Pavia. “I nostri padri fondatori avevano le idee giuste”, ha sottolineato il ministro. “Avevano ideato l’Europa sulla difesa europea e sulla sovranità energetica” ma poi “l’edificio europeo è stato costruito non sui pilastri su cui si costruisce ogni autonomia. Ma nel 1957, con il Trattato di Roma, fu costruito un edifico solo sul commercio, senza fondamenta. E ce ne accorgiamo con l’invasione russa dell’Ucraina”. “E dobbiamo costruire in fretta”, ha aggiunto Urso. “L’Europa non può trasformarsi in una grande Finlandia, tanto più che la Finlandia ha chiesto di aderire alla Nato”.
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