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Belloni, Cottarelli, Fitoussi e Paganetto si incontrano alla Farnesina. Foto di Pizzi

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Paolo Messa, Vincenzo Scotti
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Elisabetta Belloni
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Elisabetta Belloni
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Elisabetta Belloni
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Carlo Cottarelli
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Carlo Cottarelli
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Carlo Cottarelli
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Carlo Cottarelli
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Elisabetta Belloni, Carlo Cottarelli
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Elisabetta Belloni, Carlo Cottarelli
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Elisabetta Belloni, Carlo Cottarelli
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Elisabetta Belloni, Carlo Cottarelli
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Elisabetta Belloni, Carlo Cottarelli
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Carlo Cottarelli, Elisabetta Belloni
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Jean Paul Fitoussi
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Jean Paul Fitoussi
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Luigi Paganetto, Elisabetta Belloni
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Carlo Cottarelli
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Vincenzo Scotti, Hassan Abouyoub
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Luigi Paganetto e Carlo Cottarelli
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Dominick Salvatore e Vincenzo Scotti

“In Italia una politica di maggiori investimenti pubblici finanziati in deficit è rischiosa”. Carlo Cottarelli torna a bacchettare il ministro dell’Economia Giovanni Tria e la sua passione per gli investimenti. Intervenuto alla Farnesina durante l’ultima giornata di Villa Mondragone, la convention annuale della Fondazione Economia Tor Vergata presieduta da Luigi Paganetto, il direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici ha messo in guardia ancora una volta da qualsiasi aumento del deficit. Gli investimenti non sono una buona ragione per scialacquare, dice. “Così finanziati gli investimenti non portano a una riduzione del rapporto debito pubblico/Pil perché l’effetto denominatore non è abbastanza grande. Dobbiamo spostare la spesa pubblica dalla spesa corrente a quella per investimenti, purché si tratti di buoni investimenti. A mio parere ad esempio è più importante avere una buona spesa per la pubblica istruzione che per le infrastrutture”.

È un cavallo di battaglia di Cottarelli: non serve spendere di più, serve spendere meglio. Lui stesso si difende sempre dalle accuse di un fan dell’austerity, “non sono un talebano fiscale” aveva scritto pochi giorni fa in un editoriale per La Stampa. La storia insegna, ha ricordato alla Farnesina l’ex premier incaricato. “Prima della crisi finanziaria in Italia abbiamo avuto investimenti pubblici fissi rispetto al Pil del 2,9%, in Germania erano a poco più del 2% ma le nostre infrastrutture non erano poi così migliori”.

Continua qui a leggere l’articolo sull’evento firmato da Francesco Bechis

(Foto: Umberto Pizzi-riproduzione riservata)


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