Si annuncia complicata la partita per la successione a Giorgio Squinzi. Una partita che si gioca con le nuove regole introdotte dalla riforma Pesenti che stravolgono la vecchia usanza, per cui alla presidenza di Confindustria non ci si candida ma si viene chiamati. E così, per la prima volta nella storia dell’associazione, la corsa è quanto mai affollata.
Ai nastri, dopo la decisione di non candidarsi comunicata da Fabio Storchi, presidente di Federmeccanica, sono pronti Alberto Vacchi, numero uno degli industriali bolognesi, Vincenzo Boccia, ex presidente della Piccola Industria, Aurelio Regina, già presidente di Unindustria e Confindustria Lazio, e Marco Bonometti, presidente degli industriali di Brescia. Gli esiti della gara appaiono incerti e il rischio è quello di una frammentazione, senza precedenti, dei consensi.
Sono decisamente lontani i tempi del candidato unico, come fu per Emma Marcegaglia, o dei classici due contendenti, come avvenne, con modalità diverse, ai tempi di Antonio D’Amato e Carlo Callieri, Luca Cordero di Montezemolo e Nicola Tognana, Giorgio Squinzi e Alberto Bombassei.
Ed è per questo che, negli ultimi giorni, si stanno intensificando gli incontri per trovare accordi. Alcuni dei quattro candidati potrebbero, infatti, valutare l’ipotesi di alleanze volte ad assicurarsi la presidenza e una vicepresidenza di rilievo.
(Testo: Askanews)
(Foto: Imagoeconomica e Umberto Pizzi)