Se è vero che l’Italia viaggia verso l’era 4.0, tutta digitale e semplificazioni, allora sarà meglio dotarsi anche di un welfare 4.0 e perché no anche di una formazione 4.0. Il rischio, scherzandoci su ma non troppo, è di produrre una disoccupazione 4.0, se si parla di lavoro e una desertificazione 4.0 se di parla di industria. Questo il messaggio, un po’ profetico, emerso ieri mattina nel corso del convegno, alla Camera, per la presentazione del libro, The challenge of the digital economy – Markets, taxation and appropriate economic models, curato da Francesco Boccia, economista e presidente dem della Commissione Bilancio della Camera, e Robert Leonardi, docente alla Luiss. In pieno dibattito europeo sulla web tax ai giganti della rete (Google in testa), la domanda è: come far evolvere il lavoro, l’economia e l’industria?
C’è qualcosa che spaventa nell’avanzata del digitale in tutti i livelli della società, dalla Pa, alle imprese al tempo libero. L’assenza di regole. Il problema dei problemi per Laura Boldrini, presidente della Camera, intervenuta all’incontro di Montecitorio. “La politica dovrebbe giocare una parte importante senza lasciarsi andare all’emotività, non può rifiutare il cambiamento ma non può non interrogarsi sulle conseguenze dei cambiamenti”, ha attaccato Boldrini. Per la quale, quello delle regole per internet “è uno dei problemi principali della politica mondiale. Oggi più che mai le regole servono ad evitare che vengano compromessi diritti e principi su cui sono costituite le nostre società. Se no arriveremmo al far web”.
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Guarda chi c’era alla presentazione del libro “The challenge of the digital economy-Markets, taxation and appropriate economic models”, curato da Francesco Boccia e Robert Leonardi