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Boschi, Carfagna, Letta, Mieli e Riccardi raccontano la “visione” di Barbano. Foto di Pizzi

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Alessandro Barbano e Paolo Mieli
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Alessandro Barbano
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Alessandro Barbano, Maria Elena Boschi, Mara Carfagna e Gianni Letta
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Maria Elena Boschi
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Mara Carfagna
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Maria Elena Boschi, Mara Carfagna
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Maria Elena Boschi, Mara Carfagna
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Maria Elena Boschi, Mara Carfagna
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Maria Elena Boschi, Mara Carfagna e Gianni Letta
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Maria Elena Boschi
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Andrea Riccardi e Maria Elena Boschi
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Paolo Mieli e Maria Elena Boschi
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Raffaella Mangini e Paolo Mieli
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Maria Elena Boschi
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Maria Elena Boschi
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Maria Elena Boschi
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Maria Elena Boschi
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Gianni Letta, Maria Elena Boschi, Andrea Riccardi, Paolo Mieli, Mara Carfagna e Alessandro Barbano
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Gianni Letta, Maria Elena Boschi, Andrea Riccardi, Paolo Mieli, Mara Carfagna e Alessandro Barbano
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Mara Carfagna
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Mara Carfagna
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Mara Carfagna
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Mara Carfagna
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Mara Carfagna
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Mara Carfagna
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Maria Elena Boschi
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Maria Elena Boschi
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Gianni Letta e Maria Elena Boschi
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Maria Elena Boschi
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Maria Elena Boschi
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Maria Elena Boschi
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Maria Elena Boschi
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Massimo Teodori
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Corrado Calabrò
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Filippo Patroni Griffi

Alla Casa del Cinema di Roma ieri era presente il nostro fotografo Umberto Pizzi. L’occasione è stata la presentazione del nuovo libro del giornalista Alessandro Barbano, “La Visione” edito da Mondadori, già recensito per noi da Silvia Grassi.

Presenti all’evento come relatori Gianni Letta (giornalista, politico), Maria Elena Boschi (deputata, già ministro per le riforme costituzionali, Italia Viva), Mara Carfagna (vicepresidente Camera dei Deputati, Fi), Paolo Mieli (giornalista e storico) e Andrea Riccardi (presidente della Società Dante Alighieri. fondatore della Comunità di Sant’Egidio).

La quarta di copertina del libro:

C’è un luogo comune che si è fatto strada e oggi circola liberamente nella nostra società. E cioè che non serva la politica, quella con la P maiuscola, per uscire dalle crisi.

Tuttavia l’emergenza coronavirus lo ha smentito con chiarezza. Come rileva Alessandro Barbano in questo libro, la lotta alla pandemia ha enfatizzato ovunque lo scontro tra due visioni alternative del mondo, l’isolamento nazionalista e la solidarietà globale, e le relative strategie. In Italia in particolare la polarizzazione del quadro politico, con una destra sovranista che tutto semplifica e una sinistra frantumata ancora alla ricerca di un’identità, ha imposto, per dirla con le parole dell’autore, una visione «virologica» della crisi, in cui la classe dirigente ha abdicato alla sua funzione di filtro delle decisioni. In questo scenario paludoso, in cui tanto la maggioranza quanto l’opposizione condividono una strategia di stabilizzazione in chiave bipolare, Barbano si chiede se esista lo spazio per un riformismo alternativo capace di sanare la frattura che si è creata fra libertà e responsabilità, uno spazio dove recuperare la complessità del reale che il populismo e un certo giornalismo d’assalto mirano a banalizzare. La risposta è sì ed è questa «visione» a delineare una nuova prospettiva in grado di cambiare il nostro Paese. Lo chiamano «terzo polo» o «idea di centro». Consiste nel rilancio di un compromesso fra tre culture, quella liberale, quella popolare e quella socialista, declinate in una nuova forma di rappresentatività che sappia dare risposte complesse ma credibili a problemi specifici. Si tratta di quesiti chiave per la nostra democrazia che investono, per esempio, il rapporto con l’Europa, le politiche economiche e in particolare il debito pubblico; la riforma della legge elettorale e il finanziamento dei partiti; la ricostituzione di una corretta intermediazione tra cittadini e governanti, riagganciando la delega alla competenza; la riforma della giustizia; il rapporto con le altre culture e la gestione dei migranti; la rivalutazione del merito in ambito non solo scolastico. È una visione alternativa alla destra e alla sinistra, estranea ai vecchi contenitori e autonoma rispetto alle future alleanze; capace di chiamare alla responsabilità una leadership autorevole e un quadro dirigente plurale, e di attuare scelte ispirate a una visione strategica e non solo tattica. Una prospettiva che si riconosce nel dialogo e nella sintesi tra la cultura liberale, la cultura cattolica e la cultura riformista, perché nessuna di queste, presa singolarmente, è più sufficiente.

Ecco tutte le foto del maestro Pizzi

(Foto: Umberto Pizzi-riproduzione riservata)

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