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Tutti gli sguardi alla seconda giornata del Consiglio europeo. Le foto

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha svolto un intervento “molto duro”, prima della sospensione dei lavori del Consiglio europeo straordinario in corso a Bruxelles. Secondo quanto filtra da fonti italiane, il premier ha attaccato l’approccio “ben poco costruttivo” con cui alcuni Paesi stanno affrontando la discussione, dimostrando “scarsa consapevolezza” sulla crisi epocale che l’Europa sta vivendo e sulla necessità di una “pronta ed efficace reazione”.

Il veto che alcuni Paesi vorrebbero riservarsi sull’attuazione del budget è “inaccettabile giuridicamente e politicamente” perché altera l’assetto istituzionale europeo. Lo ha detto Conte nel corso di un intervento al Consiglio Europeo, secondo quanto si apprende da fonti italiane. Per Conte è in corso una discussione spartiacque perché da “domani” dovrà essere affrontata in tutte le sedi europee “una riforma organica della politica fiscale europea”.

La proposta Michel Un taglio di 50 miliardi di euro alle sovvenzioni (“grants”), compensato da un uguale aumento dei prestiti diretti agli Stati (“loans”), nell’equilibrio previsto dal Recovery fund (Rrf) da 750 miliardi complessivi: i “grants” passerebbero così da 500 a 450 miliardi e i “loans” da 250 a 300 miliardi (rapporto 60% – 40% invece che 66%-33% della proposta originaria della Commissione). E’ la modifica più sostanziale presente nel “non paper”, una nuova proposta di compromesso, che il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha messo sul tavolo del vertice dei capi di Stato e di governo Ue di Bruxelles, dedicato al negoziato sul bilancio pluriennale comunitario 2021-2027 e sul Recovery plan post pandemico.

Un’altra modifica importante, per venire incontro alle esigenze di tre dei quattro “frugali” (Austria, Svezia, Danimarca) è l’aumento di 100 milioni di euro (per sette anni) dei loro “rebate”, gli “sconti” sulle contribuzioni nazionali al bilancio comunitario, mentre il mantenimento al 20% (anziché riduzione al 10% come proponeva la Commissione) della trattenuta sui dazi alle importazioni riscossi per conto dell’Unione doganale, come costo di raccolta, favorisce il quarto “frugale”, l’Olanda, con i suoi grandi porti commerciali (Rotterdam è il più grande d’Europa).

Viene cambiata sostanzialmente anche la composizione dei programmi di “Next Generation EU”, il Recovery plan complessivo proposto dalla Commissione: le sovvenzioni del Rrf aumentano da 310 a 325 miliardi, ma vengono ridotti di 5 miliardi ciascuno ReactEU (fondi strutturali), il Fondo di sviluppo rurale e i fondi Ndci per l’azione esterna, di 18,8 miliardi i due fondi di InvestEU, di 2,7 miliardi il fondo per la Salute, e di 2 miliardi il fondo per la ricerca “Horizon 2020”, mentre spariscono del tutto il “Solvency Instrument” da 26 miliardi, e i finanziamenti di RescEU da 2 miliardi per le catastrofi naturali e sanitarie.

(Teso: Askanews)
(Foto: Imagoeconomica)

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