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Mattarella, Meloni, La Russa e Fontana ricordano le vittime del terrorismo e delle stragi. Le foto di Pizzi

Nell’aula di Montecitorio si è commemorata oggi la “Giorno della memoria”, dedicato alle vittime del terrorismo e delle stragi, alla presenza del capo dello Stato, Sergio Mattarella, della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni e delle più alte cariche dello Stato.

Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha rinnovato a “Sua Santità Leone XIV, a nome personale e della Camera dei deputati, i più sentiti auguri per un fecondo pontificato” ed entrando nel vivo della commemorazione ha detto: “Il 9 maggio ci ricorda una delle pagine più buie della storia repubblicana. La violenza cieca degli ‘anni di piombo’ non risparmiò nessuno. Colpì in modo indiscriminato magistrati e politici, rappresentanti delle Istituzioni e delle forze dell’ordine, sindacalisti e dirigenti d’azienda, giornalisti e semplici cittadini. In nome di ideologie distorte, il terrorismo di ogni matrice gettò il Paese in una spirale di morte e di paura con l’obiettivo di scardinare le fondamenta dell’ordinamento repubblicano. Lo Stato, la politica e tutta la società seppero però reagire con fermezza entro i limiti stabiliti dalla Costituzione. In un momento così difficile, il popolo italiano si strinse attorno alle Istituzioni, unito nel rifiuto della violenza e nella difesa della democrazia”.

Tra le testimonianze, in aula, c’è stata quella di Bruno d’Alfonso figlio di Giovanni d’Alfonso, appuntato dell’Arma dei Carabinieri, morto a seguito di uno scontro a fuoco, il 5 giugno 1975, con alcuni brigatisti che tenevano prigioniero l’industriale Vittorio Vallarino Gancia, il giorno successivo al suo rapimento: “quello di oggi è un evento dedicato alle vittime del terrorismo che ritengo di vitale importanza, per il presente futuro della nazione, proprio perché in questa giornata si celebrano coloro i quali l’hanno onorata fino all’estremo sacrificio, segnando il passo della storia e consegnando ai posteri testimonianze indelebili che fungono da monito per le nuove generazioni. Più di 350 vittime e oltre 1000 feriti, è il bilancio di quella stagione del terrore che ha insanguinato l’Italia, ferite che per ognuno di noi restano ancora aperte, nonostante il tempo.

(c) Umberto Pizzi – Riproduzione riservata


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