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Il duplice verdetto per Caterina de’ Medici al Teatro Eliseo. Foto di Pizzi

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La giuria social condanna Caterina de’ Medici per la strage degli Ugonotti! La Regina consorte di Francia, sul banco degli imputati per la Storia a Processo, è stata ritenuta responsabile (67% contro 33%) di avere ordinato nella notte San Bartolomeo l’uccisione di migliaia di protestanti, secondo le stime 5.000-30.000 morti.

Decisamente favorevole  (70 contro 30%) alla sua innocenza, invece, il pubblico dell’Eliseo, dove mercoledì 26 febbraio si è svolto il processo alla “Regina Nera”, terzo appuntamento romano della stagione 2019-2020 del format ideato e curato da Elisa Greco.

“Verdetto interessante su Caterina de’ Medici, che ci fa porre l’attenzione su quanto la Realpolitik susciti dibattimento e discussione al di là del tempo. L’azione politica comporta l’assunzione di responsabilità che poi sarà la Storia a giudicare”, ha commentato la curatrice Greco.

Sul palcoscenico trasformato in un’aula di tribunale si è processato un personaggio controverso, ovvero la Regina Nera, una donna orfana e bruttina, chiamata in modo dispregiativo “la piccola fiorentina”, che è stata però capace di dominare la scena politica di Francia nel Cinquecento per quasi mezzo secolo: l’accusa era quella di avere obbedito alla Ragion di Stato e di avere calpestato l’etica nell’uso del potere a lei attribuito ordinando la strage del 24 agosto 1557 a Parigi. “Quale è la vera Caterina: un mostro sanguinario o una regina di pace? È stata vittima di congiure di Palazzo che hanno voluto assegnare a lei la strage o l’istigatrice di un efferato massacro?”, ha chiesto la vicepresidente Luiss ed ex ministro della Giustizia Paola Severino nei panni di una brillante presidente di Corte che ha raccomandato alla giuria di tenere ben presente la differenza tra “sospetti” e prove di colpevolezza.

Per la Pm Antonia Giammaria “Caterina non era solo una Regina nera perché vestiva a lutto dopo la morte del marito re, ma anche perché aveva una coscienza nera”. Ma per l’avvocato della Difesa, Antonio Catricalà, “Caterina, qualche nefandezza l’ha fatta, ma erano delle forme per giungere al bene della collettività”, da detto, ricordando che è stata l’unica vera vittima di questa storia, una donna non nobile arrivata in Francia, che ha insegnato ai francesi l’uso della forchetta, del tovagliolo e perfino della biancheria intima e che qualche nefandezza l’avrà fatta ma erano forme per giungere al bene della collettività ”.

A impersonare Caterina de’ Medici, una convincente, anche nella lunga mise nera, Alessandra Necci, scrittrice e biografa, autrice del recente libro “Caterina de’ Medici, un’italiana alla conquista della Francia” (Marsilio): “La leggenda nera è stata costruita durante il mio regno e dopo perché ero donna e italiana”, si è difesa Necci, sottolineando che la sua “unica colpa è quella di avere fallito”, ma “non di avere comandato la strage”. “Siccome la storia la scrivono i vincitori, io non ho vinto, vinceranno altri dopo di me”, ha detto ancora.

“Consapevole o inconsapevole lei ha armato le mani che ha portato a 30.000 morti”, ha accusato il testimone dell’accusa Giancarlo Leone. “Voi uccidereste una persona per salvarne 100? La Ragion di Stato non è altro che questo”, ha detto invece il testimone della difesa, il machiavellico Tommaso Labate.

La Storia a Processo torna al Teatro Eliseo a Roma il prossimo 1 aprile con il processo a “Giuda”, quarto e ultimo appuntamento della stagione romana del format ideato e curato da Elisa Greco. A decidere saranno il pubblico in sala e la giuria degli studenti Luiss, attivamente coinvolti da quest’anno con il verdetto social.

Ecco tutte le foto di Umberto Pizzi.

(c) Umberto Pizzi – Riproduzione riservata

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