A Roma è partita la corsa dei sei candidati alle primarie del centro-sinistra per le elezioni a sindaco, primarie in programma il prossimo 6 marzo. “Sarà una campagna elettorale per le primarie sobria, con un tetto di spesa di 30.000 euro e l’impegno dei candidati alla rendicontazione puntuale. La campagna elettorale durerà fino al 6 marzo”, ha spiegato il segretario del Pd Lazio, Fabio Melilli, aprendo oggi la presentazione dei dei candidati all’enoteca regionale “Palatium”.
Sei i nomi in campo. Ci sono i big del Partito democratico Roberto Giachetti e Roberto Morassut (vice presidente della Camera, gioventù nei radicali, vicino a Renzi il primo; ex assessore veltroniano all’Urbanistica, cresciuto nel Pci, più legato alla sinistra del Pd il secondo); il senatore del Pd ed ex, tra l’altro, di CCD-UDEUR-Italia dei Valori Stefano Pedica; il generale e sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi, deputato di Centro Democratico (eletto con Scelta Civica di Monti); il portavoce romano dei Verdi, già leader del “popolo viola”, organizzatore del “No Berlusconi Day” del 2009, animatore di girotondi e sit-in al Parlamento, Gianfranco Mascia; la ragazza autistica Chiara Ferraro, 24 anni, che già nel 2013 si candidò con Marino alle comunali e che alle primarie è stata ammessa, con l’ok di tutti i candidati, pur avendo raccolto 1.013 firme sulle 2.500 necessarie.
GIACHETTI: VOGLIO ONORE, RIGORE E ONESTÀ
Giachetti non si è sbottonato sul suo programma (“sto girando molto la città, per me è un patrimonio di conoscenza straordinaria: ho promesso in questi giri che sto facendo che qualunque mia parola riguardo a programmi e idee per il futuro sarà direttamente condizionata dalle cose che sto ascoltando”), ma ha lanciato alcune priorità: “In questa campagna elettorale e nell’azione del prossimo sindaco devono trionfare parole come onore, rigore, determinazione e onestà. Poi ci vuole competenza e una grandissima umiltà. Siamo di fronte a una città che è in grandissima difficoltà e non possiamo immaginare di confenzionare soluzioni perchè magari ci portano nell’immediato qualche voto. Abbiamo di fronte una realtà molto difficile, ma anche – ha spiegato – una cittadinanza che ha voglia di riprendersi e il modo migliore per consentire che questo accada è ricreare un rapporto di fiducia che parta dalla realtà. Dobbiamo dire la verità su tante cose che ci troviamo di fronte e su alcune cose che nell’immediato non potremo fare anche se farebbe molto piacere farlo. Spero che anche il centro-destra faccia le primarie: è una scelta che dovrebbe espandersi il più possibile. I sondaggi negativi? Io i sondaggi non li guardo”.
MORASSUT: STATUTO SPECIALE E RIVEDERE I 500 MILIONI DALLO STATO
Dare a Roma uno statuto speciale, rivedere la norma sui 500 mln di euro l’anno girati dallo Stato al Comune di Roma per ripianare i debiti, ristrutturare il bilancio del Campidoglio puntando sugli investimenti sono invece le priorità di Morassut. “Leggo che mi sono candidato perchè spinto da qualcuno: evitiamo di trovare chiavi interpretative che non aiutano”, ha chiarito. Secondo Morassut la prima priorità “è dare a Roma uno statuto e una condizione diversa, uno statuto speciale, che sia una regione nuova o una città metropolitana con poteri speciali, ma questo discorso va avviato”. Inoltre per l’ex assessore c’è “il tema delle risorse” e “il tema di un rinnovato patto con lo Stato” sui 500 milioni di euro che lo Stato dà all’anno al Campidoglio per pagare i debiti, una “norma che va rivista: sono tasse dei romani, con un’aliquota Irpef alle stelle”. Infine il capitolo bilancio del Comune, che secondo Morassut “è sperequato: una spesa corrente enorme, dispersiva, e una voce per conto capitale e investimenti che si è ridotta di tre volte dal 2008. Questa condizione va invertita”.
(Testo: Askanews)
(Foto: Imagoeconomica/Paolo Cerroni)