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Ecco chi c’era alle considerazioni finali di Ignazio Visco in Bankitalia. Le foto

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Angelo Marcello Cardani
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Carlo Cimbri
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Carlo Messina
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Carmelo Barbagallo
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Ernesto Auci
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Fabrizio Saccomanni
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Fabrizio Viola
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Franco Bernabè
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Giovanni Bazoli
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Giulio Tremonti e Francesco Greco
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Giulio Tremonti
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Giuseppe Guzzetti
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Ignazio Visco
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Mario Baldassarri
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Gianni De Gennaro
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Salvatore Rossi
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Lamberto Dini
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Emma Marcegaglia
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Luciano Fontana
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Lucrezia Reichelin
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Mara Carfagna
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Marco Morelli
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Maria Elisabetta Casellati
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Mario Moretti Polegato e Lorenzo Bini Smaghi
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Massimo Doris
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Paola Severino
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Renato Brunetta
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Roberto Colaninno
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Roberto Fico
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Salvatore Rossi
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Stefano Micossi

Sergio Mattarella ha un alleato prezioso. Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. Lo si è capito fin da subito, da un rapido sguardo a quelle considerazioni finali (qui il testo) nelle quali ogni anno Bankitalia tasta il polso al Paese. Mai come quest’anno, però, l’intervento di Visco è arrivato in un momento drammatico. Nelle ore della crisi politica affidata a Carlo Cottarelli (qui l’analisi di ieri di Formiche.net) e dello sprofondare della Borsa. E dello spread, che ha sfondato il muro dei 300 punti base.

Primo anello di congiunzione con il Colle, quei 4mila miliardi di risparmio degli italiani, cardine della requisitoria con cui Mattarella ha fatto scudo sul suo operato, in occasione dello strappo con la Lega sulla nomina di Paolo Savona al Tesoro. A sentire Visco, sembrava di essere un po’ al Quirinale. “La difesa del risparmio, necessario per sostenere la crescita economica, presuppone condizioni ordinate sui mercati finanziari. Queste dipendono dalla credibilità delle politiche volte a rinnovare la struttura dell’economia, ad accrescere la produttività, a mantenere sotto controllo la dinamica del debito pubblico”, ha detto il governatore di Bankitalia. La stessa leva usata da Mattarella nel giustificare il suo no a un governo gialloverde con dentro l’economista critico verso l’euro.

Seconda cucitura, l’Europa, vero pomo della discordia nello scontro istituzionale andato in scena al Quirinale. Anche qui, dalle considerazioni di Visco, è venuta fuori tutta l’assonanza con il Capo dello Stato. “Il destino dell’Italia è quello dell’Europa il cui lo sviluppo determina il nostro e allo stesso tempo ne dipende: è importante che la voce dell’Italia sia autorevole nei contesti dove si deciderà il futuro dell’Unione europea”.

Non è finita, perché ci sono altri incroci tra Via Nazionale e il Qurinale. Per esempio la Costituzione, che, tanto per ricordarlo, affida al Capo dello Stato un ruolo tutt’altro che notarile. Tradotto, Mattarella può dire la sua, eccome. Visco ha a questo dedicato un passaggio del suo intervento, affermando come “le norme entro cui operiamo possono essere discusse, criticate. Vanno migliorate. Ma non possiamo prescindere dai vincoli costituzionali: la tutela del risparmio, l’equilibrio dei conti”.

Non poteva poi mancare un avviso ai naviganti Lega e Cinque Stelle. Le pensioni, non si toccano, chi vuole smontare la legge Fornero, si farà male o farà del male. “Le riforme introdotte in passato rendono gestibile la dinamica della spesa pensionistica”, per questo motivo “sarebbe rischioso fare passi indietro”.

(Foto: Imagoeconomica-riproduzione riservata)



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