I capi di Stato e di governo della Ue riuniti a Bruxelles in Consiglio per decidere i vertici delle istituzioni europee non hanno ancora trovato un accordo. Donald Tusk ha sospeso ieri sera alle 23 il summit a 28 per iniziare un primo giro di bilaterali che finora si sono rivelati infruttuosi.
Fonti diplomatiche parlano di un 50% di possibilità che oggi si concludano con esito positivo le consultazioni per queste nomine. Ad ora si sa che i Paesi dello schieramento anti-Timmermans sarebbero Italia, Croazia, Ungheria, Polonia, Slovacchia, Repubblica ceca, Romania, Lettonia e Cipro.
Il premier Giuseppe Conte questa mattina ai giornalisti ha detto: “Non è escluso che dovremo aggiornarci”. Poi sulla nomina di Michel Barnier, al posto di Timmermans: “Non stiamo ancora lavorando alle alternative”. Ma conferma che “Timmermans non ha consenso unanime” e che il criterio dello SpitzenKandidat “non è l’unica soluzione”. “Il criterio dello ‘Spitzenkandidat’ – ha osservato il premier – sta incontrando difficoltà. Non può essere l’unico criterio, non dobbiamo legarci solo a quello, alla logica delle affiliazioni politiche. Dobbiamo tenere conto che stiamo scegliendo un presidente (della Commissione) che dovrà guidare l’Europa per i prossimi cinque anni, con una grande strategia e visione; e quindi – ha concluso Conte – dobbiamo cercare di mantenerci flessibili nella scelta del candidato più giusto e che sicuramente raccolga il più ampio consenso”.
Inoltre ha concluso che non esiste alcun “patto di Osaka” sulle nomine: “La verità è che non c’è un patto di Osaka: è un fraintendimento. Perché è stato deciso il giorno prima di Osaka”.
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