“Sulla questione degli organici possiamo accelerare sul reclutamento e abbassare l’età di accesso alla magistratura”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Andrea Orlando, davanti al Congresso di Magistratura indipendente che si è tenuto il 3 e 4 febbraio a Torino. “Possiamo riflettere su come rendere a regime più rapida la copertura degli organici”, ha continuato ancora il Guardasigilli, dicendosi aperto al confronto, a patto che si “evitino gli al lupo! Al lupo!”.
Antonio Racanelli, segretario generale della magistratura indipendente, commentando l’intervento del ministro della Giustizia ha affermato: “Abbiamo apprezzato l’intervento del ministro Orlando che si conferma una persona dialogante anche se su alcuni punti non si è espresso in modo definito. Sull’età pensionabile delle toghe, ad esempio, è necessario far maggiore chiarezza: i magistrati non pretendono di restare in servizio fino a 72 anni, i magistrati protestano per le deroghe ad personam”.
La due giorni del Congresso ha visto dibattersi vari esponenti della magistratura, dell’avvocatura e della politica sui temi del processo telematico e dell’organizzazione dell’ufficio e delle tutele dei magistrati. Il titolo di quest’anno era “Quale giustizia? Le proposte di Magistratura Indipendente” e si sono susseguiti vari relatori nel primo giorno tra cui Margherita Cassano, presidente della Corte d’appello di Firenze, Alessandro De Carlo, coordinatore didattico del Master in gestione delle risorse umane presso l’Università di Roma “Lumsa”, Mario Napoli, presidente dell’Ordine degli avvocati di Torino, Luisa Napolitano, componente del Comitato direttivo della Scuola Superiore della Magistratura, Massimo Terzi presidente del tribunale di Torino, Pierantonio Zanettin, componente del Csm e Antonio Tanga, consigliere della Corte di cassazione.
La giornata di sabato 4 febbraio, oltre al dibattito che ha visto protagonista il Guardasigilli sulle prospettive di riforma generale del sistema, si sono alternati negli interventi il procuratore generale di Torino, Francesco Enrico Saluzzo, la sindaca di Torino, Chiara Appendino, il presidente dell’Ordine dei commercialisti di Torino, Luca Asvisio. Responsabilità del magistrato, disciplina generale del processo penale d’appello Stefano Guizzi, magistrato addetto all’Ufficio del ruolo e del Massimario della Corte di cassazione, Michele Vietti, già vicepresidente del Csm e professore di diritto commerciale presso l’UNINT di Roma, Renato Balduzzi, componente del Csm, Maria Teresa Bonavia, presidente della Corte d’appello di Genova.
Una delle proposte arrivate dal Congresso la spiega il procuratore generla Saluzzo: “In accordo con i miei sostituiti procuratori generali abbiamo pensato di fissare un numero minimo di appelli incidentali, circa 200 all’anno, con l’obiettivo di provare a scoraggiare quelli presentati dagli imputati quando questi mirino ad arrivare alla prescrizione”, concludendo “l’appello incidentale proposto dal pm e dal procuratore generale in qualche modo, infatti, paralizza l’effetto dell’appello dell’imputato, cioè il divieto delle reformatio in peius”.
(Foto Imagoeconomica – Sara Minelli)