Continua a togliersi sassolini dalla scarpa e li scaraventa contro i renziani. È la pratica che ormai da tempo appassiona Ferruccio de Bortoli, secondo i detrattori dell’ex direttore del Corriere della Sera. In verità anche quando il giornalista dirigeva il quotidiano Rcs non lesinava rilievi al governo Renzi.
Ma ora forse è in atto una sorta di vendetta a freddo, come scrive il notista politico Francesco Damato, nei suoi Graffi per Formiche.net:
Anche Ferruccio de Bortoli dev’essere convinto – magari a sua insaputa, perché ci sono cose che ti entrano nella testa senza che te ne accorga – che il primo requisito del piatto della vendetta è il freddo. La vendetta, o ritorsione, chiamatela come volete, dev’essere cioè consumata ad una certa distanza da un torto subìto. E fu sicuramente tale, cioè un torto, l’allontanamento dell’allora direttore del Corriere della Sera, deciso dalla composita ma imbarazzata, o addirittura impaurita, proprietà del maggiore quotidiano italiano per la sua linea neppure d’attacco ma di critica pressante al governo di Matteo Renzi.
Con quel 40 per cento e più di voti guadagnato in pochissimi mesi nelle elezioni europee della primavera del 2014 l’allora presidente del Consiglio, oltre che segretario del Pd, riteneva di essere diventato fortissimo, praticamente invincibile. De Bortoli invece lo riteneva vulnerabile per il modo troppo personale e sbrigativo con cui l’ex sindaco di Firenze si muoveva alla guida della compagine ministeriale: sino ad apparirgli e a dargli, alla fine, del “maleducato di talento”. Attorno al quale l’allora direttore del Corriere avvertiva anche un certo sentore di massoneria che a lui, evidentemente non massone, non piaceva per niente. E di cui, magari, neppure Renzi si rendeva perfettamente conto, ma questo, a dire il vero, de Bortoli non lo aggiunse, come invece può accadere e vi racconterò per modestissima esperienza personale.
Ebbene, a distanza di due danni dalla fine della sua seconda direzione del giornale milanese della ormai celeberrima via Solferino, il non ancora anziano Ferruccio, che il 20 maggio compirà solo 64 anni, beato lui, visto che io ne ho un po’ meno di 15 in più, ha dato alle stampa un libro sui “poteri forti, o quasi”, conosciuti, frequentati e sfiorati nella sua lunga e prestigiosa carriera, che ha già provocato un finimondo politico”. Continua a leggere qui…
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